Considerato uno dei più importanti autori di mangahorror,[1] alcune delle sue opere più importanti includono Tomie[2] (1987), dal quale è stata tratta una serie di otto film, tutti sceneggiati dallo stesso Itō, Uzumaki (1998), ispirazione per due videogiochi, un film e un anime, e Gyo - Odore di morte (2001) che ha ricevuto un adattamento OAV. Altre sue famose opere sono Itō Junji Kyoufu Manga Collection, un'antologia di racconti autoconclusivi, Il libro delle maledizioni di Soichi e Ito Junji's Cat Diary: Yon & Mu, un'auto-parodia di lui e sua moglie che vivono in una casa con due gatti.
Biografia
Junji Itō nacque il 31 luglio 1963 a Sakashita, ora parte di Nakatsugawa, Gifu. Iniziò la sua esperienza nel mondo dell'horror in tenera età, le sue due sorelle maggiori leggevano le storie di Kazuo Umezu e Shinichi Koga, di conseguenza iniziò a leggerle anche lui. Crebbe in campagna, in una piccola città vicino a Nagano[3] e nella casa in cui visse, il bagno era alla fine di un tunnel sotterraneo infestato da cavallette. Tali esperienze influenzeranno molto le sue opere[4].
Laureato in odontoiatria, intorno al 1984 iniziò a scrivere e disegnare manga come hobby mentre lavorava come odontotecnico[4]. Nel 1987, presentò un racconto alla rivistaGekkan Halloween (月刊ハロウィン) che vinse il premio Kazuo Umezu, indetto dalla rivista per manga horror Nemuki[5]. Questo racconto fu successivamente serializzato come Tomie, da cui fu tratto nel 1999 un film diretto da Ataru Oikawa, con Itō come sceneggiatore. La serie Tomie continuò con altri sette film, scritti sempre da Itō, che realizzò anche altre sceneggiature, per film quali Uzumaki e Marronnier.
Il regista Guillermo del Toro scrisse sul suo account Twitter che Itō era originariamente un collaboratore del videogioco Silent Hills, di cui sia Del Toro che il game designer Hideo Kojima erano i registi principali; tuttavia, un anno dopo l'annuncio, il progetto fu annullato per via della disputa creativa tra Hideo Kojima e Konami. Nel successivo progetto di Kojima, ossia Death Stranding, pubblicato nel 2019, Itō fece un cameo[6] e Del Toro ebbe un ruolo principale[7].
Nel 2006, ha sposato Ishiguro Ayako (石黒亜矢子), una disegnatrice di libri illustrati, con cui ha avuto due figli.
Influenze e tematiche
Oltre a Kazuo Umezu, Itō ha citato Hideshi Hino, Shinichi Koga, Yasutaka Tsutsui e H.P. Lovecraft come maggiori ispirazioni per le sue opere[9].
L'universo che rappresenta è crudele e capriccioso; i suoi personaggi, spesso senza nessuna valida motivazione, sono vittime di forze soprannaturali maligne o sono puniti sproporzionatamente per infrazioni minori ai danni di un ordine naturale sconosciuto e incomprensibile[10]. Alcuni dei temi ricorrenti dei lavori di Itō includono la gelosia, l'invidia, il body horror, personaggi apparentemente normali che iniziano ad avere comportamenti anomali, la rottura della società, la fauna abissale e l'inevitabilità della propria morte; il tutto illustrato da un disegno realistico e semplice, che enfatizza il contrasto tra la bellezza e la morte. Gli eventi narrati sono imprevedibili e violenti e derivano da situazioni normali[5].
Tomie è ispirato dalla morte di un suo compagno di classe, non riuscendo ad accettare l'improvvisa scomparsa di un ragazzo che conosceva, si aspettava che egli si presentasse di nuovo; fu così che gli venne l'idea di una ragazza considerata morta ma che si ripresenta come se nulla fosse. Gyō è influenzato dai suoi sentimenti anti guerra, sviluppati da bambino, a causa delle tragiche e spaventose storie di guerra raccontate dai suoi genitori. "The Hanging Balloons" è basato su un sogno che fece da bambino[4].
Volume 9: Oshikiri idan & Frankenstein (押切異談&フランケンシュタイン) 2007, ISBN 9784022670137 (Il mostro - Frankenstein e altre storie, JPOP, 2020, ISBN 978-8834903643)
^Junji Ito, su lambiek.net. URL consultato il 18 maggio 2009.
^ Manuel Crispo, Junji Ito, orrore e fragilità, su medium.com, 23 maggio 2021. URL consultato il 30 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2021).