Juan Cortina

Juan Cortina

Governatore dello Stato di Tamaulipas
Durata mandato12 gennaio 1864 –
26 settembre 1864
Capo di StatoMassimiliano I del Messico

Durata mandato15 dicembre 1865 –
4 marzo 1866
Capo di StatoMassimiliano I del Messico
Juan Cortina
NascitaCamargo (Tamaulipas), 16 maggio 1824
MorteCittà del Messico, 7 marzo 1976
Cause della mortePolmonite
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoMessico (bandiera) Messico
Forza armataEsercito messicano
GradoBrigadier generale
GuerreGuerra messico-statunitense
Guerre di Cortina
Intervento francese in Messico
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Juan Cortina, all'anagrafe Juan Nepomuceno Cortina Goseacochea (Camargo, 16 maggio 1824Città del Messico, 30 ottobre 1894), è stato un militare, politico e allevatore messicano.

Biografia

L'ascesa

Nato a Camargo nello stato di Tamaulipas vicino all'attuale frontiera con il Texas, era figlio di due allevatori benestanti: Trinidad Cortina ed Estéfana Goseacochea. Quando aveva tre anni la sua famiglia si trasferì verso est in direzione di Matamoros (Tamaulipas) nella Valle del Rio Grande, dove la madre ricevette in eredità alcuni ranch e vaste aree di proprietà terriera. Nel 1846 il giovane Juan venne reclutato nell'Esercito messicano. Il Generale Mariano Arista aveva infatti ricevuto l'incarico di fermare l'avanza delle truppe statunitensi agli ordini di Zachary Taylor, le quali erano intenzionate ad occupare territori lungo il Golfo del Messico. Arista ordinò a Cortina di mobilitare i cowboy ispanici della zona, per creare una milizia cavalleresca con l'intento di ostacolare l'invasione nemica. Aveva così inizio la Guerra messico-statunitense, che vide tra l'altro i sottoposti di Cortina impegnati in vari scontri come la Battaglia di Palo Alto e quella di Resaca de la Palma.[1]

Nel febbraio 1848 le ostilità terminarono con la stipulazione del Trattato di Guadalupe Hidalgo, il quale tuttavia ridisegnava i confini politici dei due paesi, dislocando i terreni della famiglia Cortina sia in territorio messicano che statunitense. Si ritrovò quindi a dover amministrare i suoi possedimenti, mentre era vittima dei pregiudizi razziali che i coloni e le autorità anglo-americane riservavano agli ispanici. Da orgoglioso messicano fu estremamente irritato dall'esito della guerra. Pur essendo difatti buona parte delle sue proprietà a nord del Rio Grande, non intendeva certamente considerarsi statunitense. Per di più i giudici della vicina Brownsville (Texas) utilizzarono le carenze che i proprietari terrieri messicani avevano riguardo la lingua inglese e il sistema giuridico statunitense, per raggirarli ed espropriare la loro terra. A complicare la situazione c'era la presenza dei Texas Rangers, i quali utilizzavano metodi poco diplomatici. Infatti in quel periodo oltre ad essere privati dei loro possedimenti, molti messicani furono addirittura imprigionati, perseguitati e assassinati. In determinate contee la popolazione ispanica fu per giunta bandita, mentre alcuni dei loro insediamenti furono saccheggiati dalle milizie private ingaggiate dagli schiavisti texani. Questo clima di odio e prevaricazione sociale fece infuriare i coloni messicani, i quali si coalizzarono per riappropriarsi dei terreni usurpati vedendo in Cortina l'uomo che meglio avrebbe potuto attuare la loro impresa di riscatto. Perciò egli nel 1850 inviò una petizione al Congresso degli Stati Uniti chiedendo la creazione di un territorio autonomo a sud del New Mexico, in cui la sua gente potesse vivere in pace pur rispettando l'autorità governativa centrale. La sua mozione fu respinta e così la minoranza messicana continuò a subire abusi di ogni genere. Non essendo riuscito a risolvere la situazione con metodi legali, a quel punto Cortina riunì molti connazionali per poi addestrarli e armarli, organizzandoli in un piccolo esercito privato. La milizia si occupò di organizzare un primo timido tentativo di resistenza contro l'oppressione anglo-americana. Con il suo agire divenne un leader popolare anche tra la popolazione messicana più povera, che lo vedeva come l'eroe in grado di difenderli dal prolungato abuso di potere attuato nei loro confronti. Per ostacolare i piani di Cortina i Texas Rangers uccisero diversi nativi karankawa, dando poi la colpa ai suoi uomini che furono costretti a sfuggire ai tentativi di vendetta tribali.[2]

Le Guerre di Cortina

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre di Cortina.

Il 13 luglio 1859 il leader messicano iniziò una serie di azioni di guerriglia passate alla storia come le Guerre di Cortina. Il pretesto che innescò il conflitto fu la difesa del suo caporale Tomás Cabrera, che lo sceriffo di Brownsville Robert Shears stava malmenando in bella vista. Quando Cortina chiese il motivo di tale violenza, Shears rispose in modo assai offensivo. Adirato per quanto avvenuto Cortina estrasse la pistola sparandogli ad un braccio. In seguito a questo accadimento le autorità lo considerarono a tutti gli effetti un fuerilegge e pericoloso agitatore sociale, i cui seguaci non erano altro che rozzi banditi.[3]

Il 28 settembre successivo Cortina occupò la città con diverse decine di pistoleri. Durante l'occupazione tenne un discorso diretto sia alla comunità ispanica che a quella anglosassone, proclamando a gran voce che gli onesti cittadini non avessero niente da temere poiché era sua intenzione colpire soltanto l'élite responsabile delle persecuzioni. Due giorni più tardi Brownsville fu evacuata, ponendo fine all'occupazione. Nei mesi successivi una ventina di residenti formarono il gruppo armato Brownsville Tigers, con il preciso scopo di combattere i ribelli messicani. Gli iniziali tentativi di questa ridotta milizia reazionaria furono poco efficaci. Tuttavia grazie ai rinforzi giunti dai Rangers e dall'Esercito degli Stati Uniti, riuscirono a sconfiggere i rivoluzionari, decimandoli e costringendoli a rifugiarsi sulle montagne circostanti.

Il secondo conflitto di Cortina avvenne nel 1861, quando nell'ambito della Guerra di Secessione il leader ispanico unì le forze con le truppe unioniste per combattere gli schiavisti texani. Nel mese di maggio invase la Contea di Zapata e ne attaccò il capoluogo. Fu sconfitto dal capitano confederato Santos Benavides e si ritirò in Messico. Cortina perse alcuni uomini nella mischia, mentre altri furono catturati da Benavides e poi giustiziati. Le azioni dei suoi guerriglieri in quel periodo gli valsero il soprannome di Robin Hood messicano, poiché ciò che rubava lo ridistribuiva tra i poveri ispanici depredati.[4]

Secondo impero messicano

Durante l'Intervento francese in Messico prese parte alla Battaglia di Puebla con l'intento di fermare l'occupazione straniera.[5] Tuttavia quando gli invasori conquistarono il Paese istituendo il Secondo Impero messicano come loro Stato cliente e imponendo Massimiliano I del Messico in qualità di sovrano, Cortina nel 1863 intuì l'opportunità di avere un ruolo prestigioso nel nuovo assetto politico nazionale e assunse il potere diventando governatore di Tamaulipas. L'alleanza ebbe però breve durata poiché Cortina insorse contro gli usurpatori e fu promosso generale dell'Esercito messicano del Nord dal presidente Benito Juarez. Al comando di un grande esercito che egli aveva personalmente organizzato ed equipaggiato, attacco e sconfisse le forze occupanti che erano sbarcate vicino a Tampico. Le sue ulteriori azioni militari lungo il Messico centrale furono basilari nello sforzo contro l'invasione. In assenza di un'autorità nazionale legale si autoproclamò nuovamente governatore di Tamaulipas nel 1866, ma ben presto si dimise cedendo l'incarico al generale Tapia. Cortina inoltre fu presente a Queretaro per assistere all'esecuzione dell'imperatore Massimiliano nel giugno dell'anno seguente. L'evento naturalmente coincise con la restaurazione della repubblica nel Paese; a quel punto egli tornò ad amministrare le sue proprietà.[6]

L'arresto

Nelle elezioni del 1867 Juarez sconfisse Porfirio Diaz e divenne presidente del Messico. Il candidato sconfitto organizzò una ribellione tuttavia il suo tentativo fu vano. Cortina allora tentò di formare un esercito popolare e diede rifugio a Díaz dopo la sua fallita rivolta. Cortina intanto fu accusato dai ricchi proprietari terrieri del Texas di aver condotto incursioni oltre frontiera contro le loro proprietà per compiere furti di bestiame. Tale imputazione fu poi sfruttata dall'amministrazione del presidente Sebastian Lerdo de Tejada come pretesto pubblico per incriminarlo. Infatti nel 1875 Cortina fu arrestato e condotto a Città del Messico. Quando in seguito Diaz riuscì nel colpo di Stato, Cortina inizialmente fu liberato e tornò nel territorio di Tamaulipas, dove resosi conto della natura dittatoriale e oppressiva del nuovo presidente cercò per l'ennesima volta di organizzare un esercito. Suo malgrado non fece in tempo a schierare in campo la sua milizia poiché il neopresidente lo fece nuovamente incarcerare nella capitale. Si dice che Diaz incassò difatti una proficua somma di denaro dai ricchi allevatori di bestiame del Texas meridionale, i quali appoggiarono il suo governo a patto che fermasse il ribelle. Per di più Cortina essendo mosso da ambizione e godendo della stima di molti popolani risultava un personaggio scomodo al governo autoritario di Diaz, che pur essendo stato aiutato in passato dal proprietario terriero non si fidava di lui visti i precedenti cambi di schieramento attuati nel corso della sua carriera.[7]

Juan Cortina fu graziato dalla pena di morte ma restò in carcere fino al 1890, quando venne confinato agli arresti domiciliari in un'abitazione presso il distretto di Azcapotzalco nel nord-est della capitale messicana, lontano ben mille chilometri dai possedimenti di famiglia dove i suoi devoti ribelli avrebbero potuto organizzare una potenziale evasione. Pertanto l'eroe popolare visse in esilio gli ultimi quattro anni della sua vita, morendo all'età di settant'anni a causa di una forte crisi respiratoria che risultò fatale.[8]

Note

  1. ^ (EN) Texas State Historical Association, Cortina, Juan Nepomuceno, su Texas State Historical Association. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  2. ^ (ES) ¿Quién fue Juan Cortina? El héroe mexicano y azote de EU al que Óscar Chávez le cantó con alegría, su El Heraldo de México, 4 marzo 2021. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  3. ^ (ES) Juan Nepomuceno Cortina Goseacochea - EcuRed, su www.ecured.cu. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  4. ^ (ES) Martín Rodríguez Arellano, Juan Nepomuceno Cortina ‘El Robin Hood Mexicano’, su Paradigma Cultural, 17 dicembre 2020. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  5. ^ cndh.org.mx, https://www.cndh.org.mx/noticia/nace-juan-nepomuceno-cortina-defensor-de-la-soberania-y-del-derecho-la-nacionalidad-heroe.
  6. ^ (ES) ¿Cuáles fueron las luchas de Cheno Cortina?, su Relatos e Historias en México, 12 marzo 2020. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  7. ^ (ES) Secretaría de Cultura, Recuerdan al general mexicano Juan Cortina en el INEHRM, su gob.mx. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  8. ^ (EN) Cortina, Juan Nepomuceno, su Texas State Historical Association. URL consultato il 29 gennaio 2024.

Voci correlate

Altri progetti

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