La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento fotografia è stata messa in dubbio.
Motivo: voce retta in larga parte dal punto di vista del fotografo, espresso tramite ampie citazioni testuali provenienti da ben tre interviste (note 8a, 8b, 8c, 9a, 9b, 10 di questa versione). Affermazioni sensibili («riesce a dare una percezione distorta eppure plausibile della realtà, allo scopo di instillare il dubbio sulla veridicità della rappresentazione e della comunicazione, il sospetto che il confine fra realtà e illusione sia spesso così sottile da non poter essere colto») prive di fonti terze.
Per contribuire, correggi i toni enfatici o di parte e partecipa alla discussione. Non rimuovere questo avviso finché la disputa non è risolta. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Laureato in Scienza dell'informazione, Fontcuberta insegna "comunicazione audiovisiva" all'Università Pompeu Fabra di Barcellona ed è anche stato docente alla Università di Harvard a Cambridge negli Stati Uniti[1][2].
Si avvicina da autodidatta alla fotografia. Le prime opere, dal 1973 al 1976, sono ascrivibili al surrealismo, mentre la realtà quotidiana diventa il soggetto delle sue immagini dal 1977, cogliendone l'aspetto irreale.[3] e occupandosi soprattutto di pubblicità[4].
Nel 1980 fonda la rivista Photovision e dal 1984 ha pubblicato diversi saggi sulla fotografia alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Le sue opere sono state esposte in numerosi musei nel mondo e formano parte di importanti collezioni pubbliche e private.
Nel 2017 ha affermato presso una conferenza tenutasi a Bologna di aver inventato lui il personaggio di Vivian Maier insieme a John Maloof e che per quanto la donna delle foto sia realmente esistita e le foto sono autentiche, tutta la storia che ruota attorno a lei è stata inventata e che Martin Parr, per accreditarne la veridicità, secondo Fontcuberta, si sarebbe prestato[5]. Da notare inoltre che il fotografo catalano non è nuovo a questo genere di "invenzioni" aveva in passato già provato e con successo con il fotografo Ximo Berenguer, mai esisistito e inventato di sana pianta[6][7]. È inoltre un sostenitore dell'implementazione dell'IA (Intelligenza Artificiale) nei processi creativi ed è stato uno dei precursori del suo utilizzo in Spagna nel campo della fotografia. Già nel 2021 aveva annunciato che «l'arrivo di un'IA che avrebbe sconvolto il mezzo fotografico» e in una intervista del 22 ottobre 2023 Fontcuberta fece notare che «I cambiamenti stanno avvenendo a un ritmo vertiginoso. Non sono un nerd, ma ho amici e studenti che seguono gli sviluppi in tempo reale. Non c'è sosta e per fortuna mi tengono aggiornato. Nel campo dell'imaging, questi progressi sono molto evidenti con il programma Stable Diffusion, che è open source e gli utenti sono desiderosi di apportare e condividere miglioramenti. Non a caso, le recenti statistiche fornite dall'Everypixel Journal hanno rilevato che, ad agosto 2023, sono stati generati 12.590 miliardi di immagini con Stable Diffusion rispetto a "solo" 964 milioni con Midjourney.» [8]
La fotografia pubblicitaria e le tecniche di persuasione. Dall'era franchista alle immagini "pericolose" del nostro tempo
In una articolata intervista allo scrittore e giornalista catalano Albert Forns, Fontcuberta confessa tutti i suoi dubbi e i pericoli legati alla postfotografia[9]. Nell'intervista, ad avviso di Fontcuberta, un fotografo scrupoloso, nell'era dei social media, dovrebbe prestare la massima attenzione in ciò che definisce «sovrabbondanza iconica», usando strategie di «ecologia visiva». Il fotografo catalano asserisce che il suo apprendistato, ovvero l'aver studiato pubblicità e allo stesso tempo lavorato per l'agenzia spagnola Danis, erano servite a conoscere e mettere in pratica "le tecniche di creatività" e quelle di «persuasione e seduzione» dalla pubblicità, e l'aspetto interessante a suo avviso, era stato che l'aver conosciuto quelle tecniche dall'interno «gli avevano reso molto più facile decostruirle e smascherarle».
Aveva imparato molto anche dal periodo storico in cui era vissuto, ovvero nel "tardo franchismo", che lo aveva segnato e condizionato. Infatti in quella generazione aveva vissuto «circostanze storiche particolari in relazione alla libertà». Quel condizionamento gli aveva permesso «di creare «uno spazio di riflessione critica, con un'opera» che gli aveva permesso di ribaltare «tutto ciò che avevo vissuto in quel periodo e di utilizzarlo come pedagogia per il pubblico a venire».
Oggi esistono ancora delle "trappole" che meritano di essere identificate come per esempio «tutta la «valanga di fake» su internet e quindi la necessità di chiarire cosa è vero o no e per far questo «abbiamo bisogno di uno spirito di sospetto, di diffidenza, evitando la credulità e la fiducia cieca».
Inoltre le immagini sono diventate pericolose ed è «necessario un atteggiamento di resistenza da parte di intellettuali e artisti».
L'intervistatore Albert Forms dopo la suddetta dichiarazione di Fontcuberta, osservò:
«Proprio le sue opere più note ci fanno diffidare dalla fotografia, ci costringono a mettere in discussione ciò che i nostri occhi vedono. Penso a Harbarium o Fauna, dove ha ritratto una serie di piante e animali inventati. O dalla sua bufala più recente, l'invenzione del fotografo Ximo Berenguer.»
Fontcuberta rispose: «La fotografia è nata nel XIX secolo come strumento di verifica della realtà: ciò che veniva fotografato era reale. Oggi questa funzione di autenticazione della realtà spetta a Google, e secondo il risultato che troviamo a secondo del numero di risposte e di quanto sono convincenti, arriviamo a crederci o meno. Ma allo stesso modo in cui una fotografia può essere manipolata, anche Google può essere manipolato. Qual è il primo passo di un falsario oggi? Inserire dati su internet, in modo che quando cerchiamo qualcosa troviamo un numero plausibile di risultati che ci tranquillizzano. Ecco perché bisogna mantenere questo atteggiamento di scetticismo»[9].
Considerazioni di Fontcuberta fra due tipi di fotografia: la "fotografia fotorealistica" e la "fotografia predittiva"
Ad avviso di Fontcuberta «i progressi più importanti della fotografia vanno in due direzioni»:
Il risultato fotorealistico con fotografie sempre più persuasive, ad esempio, «eliminando i fastidiosi artefatti che inevitabilmente si presentano»
Il risultato che Fontcuberta definisce "fotografia predittiva". Un risultato questo «in cui i dispositivi di scrittura "indovinano" ciò che vogliamo dire e completano le parole e talvolta le frasi, la fotografia predittiva sarebbe la capacità di estendere la fotografia al di fuori dei suoi margini grafici, proprio come faceva suggestivamente la fotocamera Esper con le foto dei replicanti nel film Blade Runner. Per esempio, abbiamo una foto data e possiamo chiedere all'algoritmo di estenderla su uno dei suoi lati aggiungendo informazioni visive in una continuità assolutamente coerente».[8]
Stile fotografico
Fontcuberta attraverso la fotografia riesce a dare una percezione distorta eppure plausibile della realtà, allo scopo di instillare il dubbio sulla veridicità della rappresentazione e della comunicazione, il sospetto che il confine fra realtà e illusione sia spesso così sottile da non poter essere colto.
«In un certo senso, un artista non è molto diverso da un insegnante, perché con i suoi scatti, un fotografo cerca di trasmettere una conoscenza del mondo e, con lo spirito di un insegnante, si adopera per far capire al pubblico le sue immagini. Sono dimensioni simili che trattano materie diverse. Per quanto mi riguarda, l'obiettivo che mi sono posto con il mio progetto come artista, è insegnare al pubblico o comunque indurlo a reagire in modo critico alla verità proposta da una fotografia. Per questo motivo, probabilmente, il mio lavoro non ha solo una dimensione pedagogica, ma anche una valenza di profilassi, nel senso che vuole liberarsi dal peso della falsificazione, della manipolazione, della narrazione fittizia che in una certa misura grava sulle immagini fotografiche.»
(Joan Fontcuberta, da Intervista a Joan Fontcuberta, di Fotografia Europea, febbraio 2015[10])
Mostre (selezione)
2024, Venezia, Cultura di polvere, Museo Fortuny, dal 24 gennaio al 10 marzo 2024 prorogata fino al 25 marzo[11]
2023-2024, Pavia, Fauna di Joan Fontcuberta, Museo Kosmos, dall'8 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024[12]
Contro Barthes. Saggio visivo sull'indice, Milano, Mimesis edizioni, 2023, ISBN978-88-5759-729-4.
(ES) Ca-a-éte? Contra Barthes, Madrid, Joaquín Gallego Editor, 2022, ISBN978-84-1225-736-6.
Joan Fontcuberta con presentazione di Michele Smargiassi, Il bacio di Giuda. Fotografia e verità, Milano, Mimesis edizioni, 2022, ISBN978-88-5758-447-8.. Edizione anche in inglese, francese e portoghese
(FR) Manifeste pour une post-photographie, Arles, Parigi, Actes Sud Editions, 2022, ISBN978-23-3016-686-1.
(EN) (FR) Joan Fontcuberta con Mona Hakim, Chuck Samuels: Becoming Photography, Bielefeld, Kerber Verlag, 2021, ISBN978-37-3560-731-7.
(EN) Joan Fontcuberta e Pilar Rosado, Prosopagnosia, Barcellona, Rm Verlag, 2020, ISBN978-84-1797-521-0.
(EN) Poems of the Alchemist - Poemas del Alquimista, Madrid, La Fabrica, 2018, ISBN978-84-1704-847-1.
La furia delle immagini. Note sulla postfotografia, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2018, ISBN978-88-0623-700-4.
(EN) Joan Fontcuberta con Sema D'acosta, Joan Fontcuberta (edizione illustrata), Madrid, La Fabrica, 2017, ISBN978-84-1624-898-8.
(ES) Ad Litteram, Siviglia, Universidad Internacional de Andalucía, 2016, ISBN978-84-7993-294-7.
(ES) Miradas de Asturias : trauma = die traumadeutung, Madrid, Fundación María Cristina Masaveu Peterson, 2016, ISBN978-84-6085-513-2.
Paralipomena, edizione bilingue: italiano e inglese, Milano, Silvana Editoriale, 2016, ISBN978-88-3663-441-5.
(FR) Joan Fontcuberta con Derrick de Kerckhove, Le Mois de la Photo à Montréal: La condition post-photographique, Bielefeld, Kerber Verlag, 2015, ISBN978-37-3560-128-5.
(ES) (EN) La Cámara de Pandora: La Fotografí@ después de la Fotografía, Barcellona, Gustavo Gili (GG Editorial), 2015, ISBN978-84-2522-833-9.
(EN) Joan Fontcuberta con Hubertus Von Ameluxen e Daniel Girardin, Photography: Crisis of History, Basilea, Actarbirkhauser, 2008, ISBN978-84-9527-350-5.
(CA) (EN) Deconstructing Osama: the truth about the case of Manbaa Mokfhi, Barcellona, Actar, 2007, ISBN978-84-9654-090-3.
(FR) Perfida Imago, Mazères, Les éditions Le Temps qu'il fait, 2006, ISBN978-28-6853-467-5.
(EN) Landscapes Without Memory, New York, Aperture Books and Limited-Edition Prints and Portfolios, 2005, ISBN978-19-3178-879-3.
(EN) Joan Fontcuberta con Shomei Tomatsu, Laszlo Moholy-Nagy, Boris Mikhailov, Lewis Baltz, Five experimental photographers: Joan Fontcuberta-Shomeo Tomatsu-Moholy-Nagy László-Boris Mikhailov-Lewis Baltz, London and New York City, Phaidon Press, 2005, ISBN978-07-1485-369-7.
(EN) Joan Fontcuberta: Karekia, Milagros and Co., Madrid, Fundacion Telefonica and VEGAP, 2002, ISBN978-84-8988-436-6.
(EN) Sema D'acosta, Josep Ramoneda, Emmanuelle Waeckerle, Richard Sawdon-Smith (con la supervisione di Joan Fontcuberta), Imago, ergo sum, Madrid, LA Fabrica, 2016, ISBN978-84-1624-835-3.