Nel 1633 fu nominato curatore della collezione d'arte del marchese Giustiniani: il primo volume del suo repertorio di palazzo Giustiniani (dove visse per tre anni) fu pubblicato nel 1635, corredato di disegni dei pezzi di statuaria più noti[1].
Gli si ascrive anche la possibile paternità di un dipinto post-caravaggesco, una Crocefissione di San Pietro proveniente proprio dalla collezione Giustiniani ed oggi all'Hermitage[2].
Trasferitosi a Norimberga dopo una carriera d'artista che lo aveva visto affermarsi nei Paesi Bassi, in Inghilterra, Italia, Germania e Austria, Sandrart di dedica alla scrittura della monumentale Teutsche Akademie der edlen Bau-, Bild- und Malereikünste ("Accademia Tedesca delle nobili arti dell'Architettura, Scultura e Pittura"), un manuale di teoria e pratica artistica splendidamente illustrato e pubblicato in tre volumi tra il 1675 e il 1679 che contiene anche una sezione con le vite degli artisti tedeschi, fiamminghi, italiani e francesi[3].
Opere
Scritti
Insignium Romae templorum prospectus exteriores et inferiores, Norimberga, edito dall'autore stesso, 1690
Sculpturae veteris admiranda, sive delineatio vera perfectissimarum eminentissimarumque statuarum, Norimberga, Froberger, 1680
Teutsche Akademie der edlen Bau-, Bild- und Malereikünste, Norimberga, Uhl, 1994 (voll. 1–3, ristampa dell'edizione di Norimberga 1675-1679), ISBN 3-921503-79-5
Traduzioni
Iconologia Deorum oder Abbildung der Götter welche von den Alten verehret wurden, Norimberga, Froberger, 1680
Dipinti
Banchetto di pace (Friedensmahl) (Norimberga, Museen der Stadt, attualmente nel Fembohaus; numero Gm 9 nell'inventario dello Germanisches Nationalmuseum), 1650, 290 × 445 cm
Pala dell'altare maggiore della chiesa di Schottenstift in Vienna, attualmente in una sala del convento (Prälatensaal)
^Joachim van Sandrart, Galleria Giustiniani, 1635.
^Leonard J. Slatkes, Review of «The International Caravaggesque Movement by Benedict Nicolson», Simiolus: Netherlands Quarterly for the History of Art, Vol. 12, No. 2/3 (1981 - 1982), p. 169.
Doris Gerstl: "Sandrarts Friedensmahl", in: Von teutscher Not zu höfischer Pracht: 1648-1701, a cura di Franziska Buchner et al., Colonia, DuMont, 1998, pp. 26-30 et passim.
Christian Klemm: Joachim von Sandrart: Kunstwerke und Lebenslauf. Berlino, Deutscher Verlag für Kunstwissenschaft, 1986.
Paul Kutter: Joachim von Sandrart. Strasburgo, Heitz, 1907.
Genealogisches Handbuch des Adels, Adelslexikon vol. XII (vol. 125 della serie totale), Limburg (Lahn), C. A. Starke Verlag, 2001, ISSN 0435-2408 (WC ·ACNP).
Ludwig Bechstein (a cura di): Zweihundert deutsche Männer, Lipsia 1854.