Dall'autunno del 1862 esercitò la professione di avvocato in numerose località, fino a soggiornare a Kranj, nel 1871 e infine dal 1882 a Krško.[1][3][2][4][5]
Anche se non partecipò attivamente alla politica, Mencinger collaborò con l'amministrazione municipale, sia a Kranj sia a Krško.[1][4][5]
Ai suoi esordì, Mencinger aderì prevalentemente al realismo, approfondendo soprattutto la tematica dei rapporti tra gli intellettuali di origine contadina, come era lui, e la società, con apertura ad argomenti collaterali erotici ed etici.[3][1]
Tutti questi caratteri furono presenti nei raccontiJerica (1859), Vetrogončič, 1860, Povera gioventù (Bore mladost, 1862), Ricerche e prove (Skušnjave in izkušnje, 1865).[3][1]
Dopo molti anni di silenzio letterario, Mencinger pubblicò la novellaSignori di ogni razza (Mešana gospoda, 1881), dedicata all'ambiente piccolo-borghese di provincia.[3][1]
L'ultima fase creativa di Mencinger si contraddistinse per la presenza di elementi simbolistici, oltre che del contrasto fra i suoi ideali di carità e fratellanza universale e il degrado morale contemporaneo.[3]
Mencinger sviluppò in risposta a queste contraddizioni, un originale stileutopistico-misticheggiante, alimentato dai ricordi personali, come nel suo testamento letterario, la "favola per anziani" Abadon (1893), contenente anche alcuni presagi sulla prima guerra mondiale, e nel Il mio viaggio sul monte Tricorno (Moja hoja na Triglav, 1897), un romanzo biografico di un viaggiatore.[3][2][1][5]
Opere
Jerica (1859);
Vetrogončič, (1860);
Povera gioventù (Bore mladost, 1862);
Ricerche e prove (Skušnjave in izkušnje, 1865);
Signori di ogni razza (Mešana gospoda, 1881);
Abadon (1893);
Il mio viaggio sul monte Triglav (Moja hoja na Triglav, 1897).