Lady Strachey nacque sulla nave Earl of Hadwick al largo della costa del Capo di Buona Speranza il 13 marzo 1840.[2] Suo padre era l'amministratore coloniale britannico Sir John Peter Grant e sua madre era Henrietta Chichele Plowden. Nel 1859 Strachey si sposò col segretario di suo padre Sir Richard Strachey, che aveva 23 anni in più di lei; col quale ebbe 13 figli, dieci dei quali sopravvissero fino all'età adulta: Lytton, James, Dorothea, Pernel, Oliver, Marjorie, Dick, Ralph, Philippa ed Elinor.[1]
Carriera
Strachey e il marito, nel 1866-1867 si trasferirono a Edimburgo, dove Lady Strachey iniziò a raccogliere firme per presentare una petizione al Parlamento per il diritto di voto delle donne. Il suo primo articolo sul suffragio femminile venne pubblicato dall'Edinburgh Ladies Debating Society sul The Attempt. Nel 1868 entrò a far parte della Edinburgh National Society for Women's Suffrage, ma poco dopo si trasferì in India con il marito, che fu nuovamente assegnato all'amministrazione coloniale britannica.[1]
La coppia tornò a Londra nel 1879 e Strachey riprese il suo contributo per il suffragio universale. Era una sostenitrice attiva del New Hospital for Women, un'iniziativa che mirava a fornire un'assistenza medica alle donne povere. Nel 1909 divenne la presidente della filiale di Londra della Women's Local Government Society. Il suo lavoro ottenne successo quando un disegno di legge sponsorizzato da WLGS fu menzionato nel discorso del Re nel 1907.[1][3]
Lady Strachey pubblicò anche due libri per bambini, nel 1887 e nel 1893. Scrisse anche Poets on Poets nel 1894, e lavorò alla traduzione inglese del De l'autre rive di Aleksandr Ivanovič Gercen.
Morì nel 1928. Virginia Woolf scrisse un ampio necrologio per raccontare il contributo di Lady Strachey al movimento delle donne.[1] Un racconto su di lei e sulla sua famiglia è fornito nel libro Two Victorian Families di Betty Askwith.[4][5]