Dopo la prematura morte della madre, Jahanara giocò il ruolo di prima dama di corte (Padshah Begum). Suo padre l'amava molto e le assicurava grande disponibilità economica ed ella fu una generosa mecenate, facendo costruire numerose moschee, giardini, padiglioni e palazzi e fu anche una poetessa apprezzata. Probabilmente ebbe una grande influenza sulla progettazione del Taj Mahal, la tomba di sua madre.
Jahanara era molto apprezzata alla corte di suo padre, ed ebbe una grande influenza su di lui godendo di una libertà abbastanza consistente, anche se non aveva protestato contro il divieto di matrimonio pronunciato da Akbar per le principesse moghul, anche se ci sono indicazioni che Jahanara avrebbe voluto sposarsi. Ci sono nella sua vita degli indizi di idilli che sono stati scoperti e rotti senza mezzi termini.
Jahanara sostenne il fratello maggiore Dara Shikoh nella sua lotta per il trono, ma venne sconfitto e ucciso dal fratello minore Aurangzeb. Dara Shikoh aveva promesso di revocare il divieto di matrimonio se fosse salito al trono.
Aurangzeb fece imprigionare suo padre e Jahanara vegliò su di esso fino alla sua morte. Dopo la morte di Shah Jahan, le fonti non citano più Jahanara; è probabile che sia stata messa in disparte dal fratello Aurangzeb, un fanatico religioso, che certamente si appropriò della sua considerevole fortuna. Con Aurangzeb ebbe inizio il declino dell'arte moghul.
Bibliografia
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(EN) Ellison Banks Findley, Nur Jahan, Empress of Mughal India, Oxford University Press, 1993, ISBN 0-19-507488-2
(EN) Stephen P. Blake, Shahjahanabad, The Sovereign City in Mughal India 1639-1739(Cambridge University Press 1991), ISBN 0-521-52299-4