Institut métapsychique international (IMI) è una fondazione francese che si occupa di studiare i fenomeni paranormali.
Fu creato nel 1919 da Jean Meyer, facoltoso imprenditore del settore vitivinicolo, e dai medici Gustave Geley e Rocco Santoliquido. Dopo pochi mesi dalla sua costituzione, fu riconosciuto come ente di pubblica utilità dallo Stato francese.[1][2]
L'istituto, che ha sede a Parigi, collabora con una rete internazionale di centri di ricerca che comprende l'Institut suisse des sciences noétiques di Ginevra.
Descrizione
Finanziato da una sostanziosa donazione del suo fondatore e di alcuni mecenati, l'istituto organizzò convegni e conferenze che nei primi venti anni di attività attrassero l'interesse del pubblico accademico e dei cittadini nei confroonti di fenomeni quali gli ectoplasmi, i medium e la telepatia.
Il motto dell'IMI era "non crediamo nel paranormale, lo studiamo", mentre l'intento era quello di progredire nella costruzione di protocolli scientifici capaci di smascherare qualsiasi finzione e scoprire processi fisici[3] prima di allora inspiegabili.
Fino alla prima metà del novecento, pubblicò la rivista Revue Métapsychique, bollettino ufficiale dell'associazione.[4]
Nel 1955 la sede parigina fu trasferita dall'iniziale indirizzo di via Niel 85 a Place de Wagram 1[5], e, nel 2010, a rue de l'Aqueduc 51, nel X arrondissement della capitale.[6]
Presidenti
- Rocco Santoliquido (1919-1930)
- Charles Richet (1930-1935)
- Jean-Charles Roux (Vice-Président 1935-1940)
- Eugène Lenglet (1940-1946)
- François Moutier (1946-1950)
- René Warcollier (1950-1962)
- Marcel Martiny (1962-1982)
- Robert Tocquet (1982-1987)
- Jean Barry (1987-1998)
- Mario Varvoglis (1998-)
Amministratori
Dagli anni 2000, l'IMI è diretto da un comitato interdisciplinare di medici, psicologi e informatici coordinati dal filosofo Bertrand Méheust[7]
Alcuni membri sono affiliati alla Parapsychological Association.
Note
- ^ Fondazioni riconosciute di pubblica utilità, su data.gouv.fr.
- ^ Non sono ancora stati ritrovati il parere del Consiglio di Stato (17 gennaio 1919), del Ministero della Pubblica Istruzione (24 febbraio 1919), e del prefetto della Senna (8 febbraio 1919) che autorizzano questo riconoscimento di pubblica utilità, Nicolas Marmin, Métapsychique et psychologie en France (1880-1940), in Revue d'Histoire des Sciences Humaines Revue d'Histoire des Sciences Humaines, vol. 1, n. 4, 2004, p. 161. URL consultato il 5 ottobre 2019 (archiviato il 14 aprile 2016)..
- ^ Renaud Evrard, Enquête sur 150 ans de parapsychologie, éditions Trajectoire, 2016, ISBN 978-2-84197-702-4..
- ^ (FR) Yves Lignon, Quand la science rencontre l'étrange, Parigi, Univers Poche, 20 settembre 2012, p. 111, ISBN 978-2-8238-0341-9, LCCN 95152336, OCLC 418029529. URL consultato il 5 ottobre 2019 (archiviato il 5 ottobre 2019). Ospitato su archive.is.
- ^ Jean-Pierre Bayard, Les sociétés secrètes et les sectes, Lebaud, 1997, p. 168.
- ^ Dati anagrafici, su google.com. URL consultato il 16 ottobre 2019 (archiviato il 16 ottobre 2019).
- ^ I mmebri del Comitato direttivo dell'Istituto, su metapsychique.org. URL consultato il 5 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2007).
Bibliografia
- Renaud Evrard, La légende de l'esprit : enquête sur 150 ans de parapsychologie, Parigi, Trajectoire, 2016. URL consultato il 5 ottobre 2019 (archiviato il 5 ottobre 2019).
- Nicolas Marmin, La métapsychique (1875-1935) : Une impasse fructueuse dans l'histoire de la science de l'esprit. URL consultato il 5 ottobre 2019 (archiviato il 5 ottobre 2019)., tesi di dottorato in storia della psciologia diretta da Françoise Parot, 2001, Université René Descartes (Paris V).
- (EN) Sofie Lachapelle, Attempting science.The creation and early development of the Institut métapsychique international in Paris, 1919–1931, in Journal of the History of the Behavioral Sciences, vol. 41, n. 1, 2005, pp. 1–24, DOI:10.1002/jhbs.20061, PMID 15635703.
Voci correlate
Collegamenti esterni