Nell'Islam, l'espressione in šāʾ Allāh [in arabo إِنْ شَاءَ ٱللَّٰهُ], ovvero 'Se Dio vuole'[1][2], manifesta la speranza di un credente affinché un evento possa accadere in avvenire. Dal connotato palesemente religioso, questa può significare anche 'sia fatta la volontà di Dio'.
L'espressione è usata da molte popolazioni arabe, e anche dai musulmani di lingua inglese, francese, tedesca, turca o italiana.[3]
Nel Corano
Seppure a un mero livello letterale questa non ha connotazioni islamiche, di fatto la locuzione deriva del Corano, il quale alla sūraAl-Kahf ('La caverna') recita:
«Non dire mai di nessuna cosa: “Sicuramente domani farò questo”, senza dire: “se Allah vuole”. Ricordati del tuo Signore quando avrai dimenticato di dirlo e di': “Spero che il mio Signore mi guidi su una direzione ancora migliore”.»
«E non dire di nessuna cosa: “La farò domani”, senza aggiungere: “se Dio vuole”. E se lo dimentichi, invoca il nome del Signore e di': “Può darsi che il Signore mio mi guidi a far cose di questa più rette”.»
Tipica dell'Islam, dunque, riassume in sé stessa la fede musulmana quale 'totale sottomissione dell'uomo a Dio': l'affidarsi alla sua volontà in ogni momento e circostanza della vita manifesta, in modo esemplare, l'atteggiamento del fedele di Allah.
Espressioni simili in arabo
Altre espressioni derivano da 'inshallah':
Mā sā' Allāh [مَا شَاءَ ٱللَّٰهُ], ovvero 'Come Dio ha voluto' (usata come buon augurio);
Law sā' Allāh [لَوْ شَاءَ ٱللَّٰهُ], ovvero 'Se Dio volesse' (usata per esprimere un desiderio).
In altre lingue
A seguito della dominazione araba nella penisola iberica (VIII-XV secolo), molti sono stati i prestiti linguistici dall'arabo alle lingue locali. Così, l'espressione in šāʾ Allāh è diventata ojalá in spagnolo e oxalá in portoghese, con il medesimo significato di 'voglia, volesse Dio che'. In italiano potrebbe aver dato vita all'espressione giovanile scialla, con il significato di 'non preoccuparti'.[6]
Note
^Con libertà, la si potrebbe tradurre in 'a Dio piacendo'.