Il gigante di ferro

Il gigante di ferro
Hogarth e Il gigante in una scena del film
Titolo originaleThe Iron Giant
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1999
Durata86 min
88 min (director's cut)
Rapporto2,35:1
Genereanimazione, commedia, fantascienza, avventura, drammatico
RegiaBrad Bird
SoggettoTed Hughes (romanzo)
Brad Bird
SceneggiaturaBrad Bird, Tim McCanlies
ProduttoreAllison Abbate, Des McAnuff
Produttore esecutivoPete Townshend
Casa di produzioneWarner Bros. Animation
FotografiaSteven Wilzbach
MontaggioDarren T. Holmes
Effetti specialiAllen Foster
MusicheMichael Kamen
ScenografiaMark Whiting, William H. Frake III
Art directorAlan Bodner
Character designTony Fucile, Lou Romano, Joe Johnston, Steve Markowski, Mark Whiting, Victor Haboush, Ray Aragon, Laura L. Corsiglia, Dominique Louis, Teddy Newton
AnimatoriTony Fucile, Bob Davies, Stephan Franck, Richard Bazley, Chris Sauve, Glen Manwaring, Steve Markowski, Mike Nguyen, Wendy Perdue, Dean Wellins
SfondiDennis Venizelos
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Il gigante di ferro (The Iron Giant) è un film d'animazione del 1999 diretto da Brad Bird e prodotto dalla Warner Bros.

Il cartone animato è tratto liberamente dal libro L'uomo di ferro (The Iron Man) del 1968, scritto da Ted Hughes, e narra le avventure di un bambino che scopre l'esistenza di un essere meccanizzato gigante.[1] Sebbene il film abbia incassato 31 milioni di dollari a fronte di un budget di 50, è diventato un cult movie acclamato dalla critica e successivamente dal pubblico, venendo spesso considerato uno dei migliori film animati di sempre.[2][3][4]

Trama

1957. Appena dopo il lancio dello Sputnik, una strana e gigantesca figura precipita in mare nel corso di una tempesta, distruggendo un peschereccio sul quale era presente un marinaio, unico testimone dell'accaduto. L'uomo, salvatosi, prova a raccontare quanto ha visto, ma non viene creduto.

Frattanto, in una piccola città di nome Rockwell, Hogarth Hughes, un bambino di 9 anni, vive con la madre Annie, cameriera. Una sera Hogarth rimane a casa da solo e mentre guarda la televisione il segnale si interrompe. Scopre che sia l'antenna sia parte del cortile di casa sono devastati e decide di seguire la pista degli alberi spezzati, che si inoltra nella foresta. Giunto nei pressi della centrale elettrica locale, incontra l'artefice del disastro: un mastodontico robot di 30 metri. Hogarth, terrorizzato, inizia a darsi alla fuga, mentre il robot si dirige verso la centrale elettrica, cibandosi dei pali della luce e persino dei generatori, ma finisce per impigliarsi fra i cavi dell'alta tensione. Allora Hogarth, impietosito, torna indietro e lo salva spegnendo l'interruttore generale della centrale. Poco dopo, il gigante si riprende; Hogarth riprende la fuga e lungo la strada incontra sua madre, raccontandole ciò che gli era successo, ma non viene creduto.

Il giorno dopo, in seguito a vari avvistamenti, il governo statunitense sospetta che nei pressi di Rockwell vi sia una specie di "mostro" non ben identificato. Un ispettore speciale governativo, Kent Mansley, viene inviato nella piccola città; all'inizio è scettico, ma cambia drasticamente idea quando trova la sua macchina "azzannata come un tramezzino".

Quello stesso pomeriggio, Hogarth torna nella foresta e ritrova il gigante. Nonostante qualche timore, il ragazzo scopre che è inoffensivo e diventa suo amico. Inoltre, constata che il robot ha perso la memoria e può aggiustarsi da solo, riunendo i suoi componenti al loro posto originario. Gradualmente, il rapporto con Hogarth farà emergere una personalità umana e amichevole nel cuore metallico del gigante di ferro. Complice nel nascondere l'esistenza dell'androide sarà Dean McCoppin, un rottamaio che crea opere d'arte da vecchi pezzi di metallo da cui Hogarth porta l'androide per sfamarlo con il metallo della discarica. Quando Dean li scopre, Hogarth gli chiede se può nascondere il gigante nella sua proprietà, cosa a cui l'uomo, malvolentieri, acconsente. I due, così, si divertono cercando di badare al gigante.

Intanto Mansley, sempre più convinto e preso dalle sue indagini, continua a investigare e scopre sempre più particolari sul gigante, prendendo persino residenza proprio nella casa di Hogarth, avendo Annie messo in affitto una camera per guadagnare un po' di soldi. Mansley si trasferisce lì perché comincia a sospettare del ragazzino, avendo trovato, nei pressi della centrale, i resti del suo fucile giocattolo. Un giorno, mentre Hogarth e il gigante si trovano nella foresta, vedono un cervo venire ucciso da due cacciatori. Il gigante, dopo che Hogarth gli ha fatto capire che il cervo è morto, vede il fucile che aveva ucciso l'animale, e inizia a manifestare i sintomi della sua vera natura, con gli occhi che stanno diventando rossi. Hogarth gli fa però riprendere i sensi. Quella stessa notte, nonostante il gigante si senta in colpa per la morte del cervo, Hogarth gli fa capire che la morte è una cosa naturale, ma anche che lui ha dei sentimenti e quindi un'anima.

Sfortunatamente, l'ispettore Mansley, approfittando dell'assenza di Annie, trova delle foto che Hogarth ha scattato al gigante, per cui lo costringe a rivelargli la posizione del robot, minacciandolo di allontanarlo dalla madre. Finito l'interrogatorio, Kent lo stordisce con il cloroformio e, per catturare il robot, convince il generale delle forze armate a radunare parte dell'esercito. In questo modo, il giorno dopo, Kent, Hogarth, Annie, il generale Rogart e la sua parte dell'esercito vanno al deposito di ferri vecchi di Dean. Il gigante viene così ritrovato, ma adeguatamente travestito da imponente opera d'arte da Dean, il tutto grazie a un piano ideato insieme al bambino, sfuggito alla sorveglianza di Mansley. L'agente, dopo una violenta strigliata, viene così licenziato in tronco.

Più tardi, mentre giocano assieme, Hogarth punta una pistola giocattolo contro il robot, che però assume un'espressione totalmente seria e in un attimo spara dei raggi energetici dagli occhi, mancando miracolosamente il suo amico. Dean assiste a ciò e, spaventato, lo caccia via. Mentre il robot, mortificato, fugge verso la città, Dean vede a terra l'arma giocattolo usata da Hogarth e si rende conto che aveva solo cercato di difendersi dal presunto "attacco"; così, i due lo seguono in città per riconciliarsi.

Prima di riuscire a raggiungerlo, il gigante si rivela alla città salvando due bambini da una caduta mortale, rendendosi visibile anche a Mansley e al generale che, credendo che l'androide volesse attaccare la città, dà l'ordine di attaccarlo. Il gigante allora scappa dalla città insieme a Hogarth, riunitosi a lui. Dean tenta di far ragionare i militari a smettere di attaccare il gigante, in quanto inoffensivo, e li avvisa che così rischiano di far del male a Hogart, ma Mansley, per vendicarsi del ragazzo, mente al generale dicendogli che il bambino è morto. Il gigante, durante l'inseguimento, si rivela anche in grado di volare, ma viene colpito da un missile e precipita in fondo a un burrone con Hogarth, che perde i sensi.

Ricordandosi del cervo, il robot crede che l'amico sia morto, perciò, accecato dal dolore, venendo inoltre attaccato ancora senza neanche poter piangere l'amico riacquista la consapevolezza di essere un'arma, ritenendo i militari responsabili della morte di Hogart decide di vendicarsi trasformandosi in una versione mostruosa e potenziata che, nonostante gli sforzi dei militari, sbaraglia tutti. Tuttavia Hogarth si riprende e venuto a conoscenza di quanto accaduto all'amico raggiunge il gigante e lo supplica di fermarsi ricordandogli che è sbagliato uccidere e che sono le armi a uccidere e che non è obbligato a essere un'arma e che può scegliere di essere migliore; a quelle parole, il gigante lo riconosce e, vedendo Hogart vivo, ritorna in sé. Mansley non vuole rassegnarsi alla sconfitta e vuole distruggere il robot con un'arma nucleare sparata da un Nautilus, ma proprio in quel momento arriva Dean che riesce a spiegare al generale la reazione difensiva del robot. Quando il gigante torna in città con Hogarth, il generale realizza che Mansley gli aveva mentito e quando il generale chiede spiegazioni a Mansley sul perché gli avesse mentito sulla sorte del bambino Mansley si giustifica follemente definendo Hogart complice del gigante e quindi di ucciderli entrambi col missile. Il generale realizzando quanto Mansley sia folle ordina alle truppe di ritirarsi e chiama il sottomarino per farlo ritirare e quindi sembra che la situazione sia destinata a placarsi, ma purtroppo, preso dal panico dopo aver visto il gigante fissarlo con rabbia, Mansley voglioso di uccidere sia il gigante che Hogart strappa la radio al generale e fa lanciare la testata comunque. Essendo la bomba diretta dove si trova il gigante, cioè in mezzo alla città, anche tutti i presenti sono condannati. Mansley allora tenta di fuggire, ma viene bloccato e arrestato, mentre il gigante, dimostrando tutto il suo altruismo decide di sacrificarsi per salvare tutti: dopo aver salutato per l'ultima volta Hogarth, si lancia nel cielo stellato, facendosi colpire dal missile quando esso è ancora ad alta quota.

Qualche mese dopo, Annie e Dean si fidanzano, e quest'ultimo ha realizzato una statua raffigurante il gigante per ricordare il suo sacrificio. Hogarth ha finalmente fatto amicizia con i suoi coetanei e il generale gli ha fatto recapitare un pacco, che contiene l'unico frammento del robot ritrovato: una sua vite. Quella notte stessa la vite si illumina e comincia a muoversi da sola. Il ragazzo capisce che il robot è ancora attivo da qualche parte e lascia andare la vite, che si andrà a ricomporre in lui. Il film si conclude nel ghiacciaio Langjökull in Islanda: tutti i pezzi stanno convergendo verso la testa del robot che, sorridente, si sta autoriparando.

Personaggi

  • Hogarth Hughes: Hogarth è un ragazzino di 9 anni e protagonista del film. Vive con sua madre nella piccola cittadina di Rockwell, nel Maine. È un ragazzo vivace, altruista, coraggioso, di buon animo e generoso; vive una vita abbastanza normale, finché in un bar sente parlare di un "invasore" atterrato nell'oceano. Quella notte stessa, Hogart trova il gigante e lo salva dalla folgorazione, e dal giorno successivo diventa suo amico. Più avanti, fa amicizia anche con Dean Mc Coppin, uno sfasciacarrozze che concede al gigante di rifugiarsi nel deposito, mantenendo il segreto persino davanti alle autorità militari. Hogart è tenuto sott'occhio da un agente federale di nome Kent Mansley, che lo torchierà, sospettando che gli nasconda qualcosa, ma riesce a trarre informazioni soltanto quando lo minaccia di separarlo dalla madre. Più avanti, Hogarth riporta alla ragione il gigante, dandogli un mesto addio, mentre questo parte per salvare la cittadina di Rockwell dalla bomba nucleare. Verso la fine, Hogarth scopre che il gigante è ancora vivo, dal momento che un pezzo in suo possesso, una vite, si anima per cercare il corpo principale, cosicché lascia andare la vite e felice gli augura di tornare presto.
  • Gigante di ferro: un essere meccanizzato di 30 metri e co-protagonista del film, dalle fattezze umanoidi e interamente in metallo, che si schianta sulla Terra prendendo una botta in testa, perdendo la memoria. Dopo essersi nascosto nella foresta, prova a mangiare dei generatori di corrente di una centrale, e solo l'intervento tempestivo da parte di Hogarth lo salva dalla folgorazione. Da quel momento, i due cominciano a legare diventando migliori amici, con il gigante che si rivela estremamente protettivo nei confronti di Hogarth. Dopo essersi schiantato di nuovo nel tentativo di fuggire dall'esercito, il gigante ripara il danno alla testa, recuperando così la memoria, e, trasformandosi nella sua versione da guerra, dà inizio alla distruzione dei carri armati dell'esercito militare dopo aver creduto che Hogarth fosse morto. Più tardi, Hogarth lo convince a non essere un'arma ma un eroe, e il gigante, ritornato normale, capisce che è l'unico che può salvare Rockwell dall'esplosione nucleare, quindi saluta il ragazzo per l'ultima volta e si lancia contro il missile, scegliendo di essere un eroe come Superman. Mesi dopo, il gigante si ricompone nel ghiacciaio Langjökull e sorride.
  • Annie Hughes: è la madre di Hogarth, è una dolce, affascinante e giovane donna rimasta vedova durante la guerra di Corea che cresce da sola suo figlio e lavora come cameriera nel ristorante locale della città. Essendo una mamma single, è una donna cauta, di buon cuore, e ha una natura fiduciosa e una forte fibra morale. Ama molto suo figlio, ma causa della perdita del marito, a volte tende ad agire in maniera troppo protettiva nei suoi confronti. Ciononostante, i due hanno un rapporto madre-figlio molto forte e profondo. Infatti, quando Kent minaccia Hogarth di separarlo dalla madre (la sua unica famiglia) per avere informazioni, quest'ultimo decide di rivelargli la posizione del gigante, sperando così di proteggerla.
  • Kent Mansley: è l'agente governativo inviato per far luce sulle strane segnalazioni provenienti dalla cittadina di Rockwell e il principale antagonista del film. Avido di fama e paranoico, cieco di fronte a qualsiasi cosa che non riguardi il suo specifico interesse personale, si erge a difesa e baluardo dell'intera nazione americana. Ma tutto ciò è solo una scusa per coprire e giustificare le sue bieche azioni, guidate da intolleranza, ambizione, paranoia, invidia e vendetta personale. Non si pone certo problemi nel carpire la fiducia della madre di Hogarth, né nel minacciare e ricattare con violenza psicologica lo stesso Hogarth, un bambino di 9 anni, pur di ottenere le informazioni che tanto brama. Scomoderà generali e le forze armate americane, arrivando perfino a mentire per autorizzare il lancio di un ordigno atomico sulla cittadina e sui suoi abitanti al solo scopo di soddisfare il proprio bisogno di vendetta. Si rivela alla fine una persona cinica crudele e spietata cercando non solo alla fine di uccidere il gigante ma anche Hogart per averlo ostacolato rivelandosi così come il vero mostro della storia. Verrà alla fine arrestato dal generale e dai militari per i suoi crimini e condannato a vita in prigione.
  • Dean Mc Coppin: Dean Mc Coppin è uno sfasciacarrozze e artista bizzarro, creatore di sculture con rottami in ferro. Incontra Hogarth per la prima volta quando Dean difende il marinaio, considerato pazzo dai suoi amici in un bar. Più avanti, Dean offre riparo al gigante sotto richiesta di Hogarth, che nel frattempo era diventato suo amico. Così i due collaborano nel mantenere segreta la presenza del gigante. Verso la fine del film, Dean capisce la verità sul gigante, e spiega al Generale Rogart che non è aggressivo per sua natura, ma attacca solo per difendersi. Aiuta così Hogarth a recuperare il Gigante, e poi, quando l'esercito attacca il Gigante, lui ed Annie riescono a convincerlo della verità. Mesi dopo l'esplosione del robot, Dean si fidanza con Annie e costruisce una scultura raffigurante il gigante per ricordare il suo sacrificio nel difendere la città di Rockwell.
  • Generale Rogart: il Generale Rogart è un generale di alto rango nell'esercito degli Stati Uniti. Gentile ma severo, viene inizialmente chiamato da Mansley, e gli ride dietro quando Mansley afferma di aver trovato la sua macchina mangiata a metà accusando un fantomatico "mostro di metallo". Più avanti, Mansley trova una fotografia dalla macchina fotografica di Hogarth lasciata nella foresta, quindi interroga il bambino, e, una volta ottenuta l'informazione chiama il Generale Rogart, che accorre a Rockwell insieme a un distaccamento militare. Grazie a un trucco ingegnato da Dean, il gigante viene fatto passare per una scultura, mentre il Generale, furioso, accusa Mansley per lo spreco di milioni di dollari dovuto allo spostamento delle truppe, promettendogli che sarà degradato. Sulla via del ritorno, Mansley avvista il gigante in città e dà l'allarme, e, vedendolo, il Generale decide di dare retta all'ispettore e ordina di attaccarlo. Tuttavia, una volta visto che il robot non è aggressivo e che Hogarth è vivo, il Generale, convinto anche da Annie e Dean, ordina di abbassare le armi, ma Mansley, non accettando la sconfitta, si sostituisce ordinando lo stesso al sottomarino di lanciare il missile nucleare. Nel momento in cui il gigante si sacrifica per salvare la città, il generale è l'unica autorità che esprime tristezza nel momento in cui osserva l'esplosione, e, nel finale, in segno di compassione, consegna ad Hogarth, tramite Dean, una vite, l'unico pezzo ritrovato del gigante.

Produzione

Scene eliminate

Nella versione Italiana sono state rimosse due scene, presenti invece nella versione originale:

  • La prima scena è un breve dialogo tra Dean e la madre di Hogart, avviene subito prima che quest'ultimo acquisti un trattore morso dal gigante.
  • La notte dopo la morte del cervo, il gigante sogna ricordi frammentari del suo passato: lo si vede come parte di un esercito di suoi simili intenti ad attaccare e distruggere un pianeta; il sogno viene intercettato e trasmesso sulla televisione di Dean, che assiste inorridito.

Tematiche

Il Gigante di ferro tratta in primo luogo il concetto di esistenzialismo, nonché il tema della natura dell'essere umano. Esempio chiave ne è la frase di Dean, "Tu sei chi scegli e cerchi di essere" ("You are what you choose to be" nella versione originale), che poi in seguito Hogarth dice al Gigante. Quando ha iniziato a lavorare al film, Bird stava affrontando la morte di sua sorella, uccisa con un’arma da fuoco dall'ex marito. Mentre cercava materiale per il film, il regista scoprì che Ted Hughes scrisse "L'uomo di ferro" per confortare i suoi figli dopo che sua moglie, Sylvia Plath, si era tolta la vita, in particolare attraverso la metafora del Gigante in grado di riassemblarsi da solo dopo essere stato danneggiato. Queste esperienze costituirono per Bird la base per il suo pitch alla Warner Bros., basato intorno all'idea "che succederebbe se un'arma avesse un'anima e si rifiutasse di essere un'arma?".[5][6] Lo sceneggiatore del film, Tim McCanlies, ha commentato che "ad un certo punto, ci sono momenti fondamentali nella nostra vita in cui scegliamo chi vogliamo essere. E questa scelta ci accompagna per il resto della nostra vita", aggiungendo che i film possono fornire agli spettatori un senso di giusto o sbagliato, ed ha espresso il desiderio che "Il gigante di ferro ci faccia sentire come se fossimo tutti parti di un unico genere umano, che è qualcosa che abbiamo bisogno di sentire".[7]

Accoglienza

Critica

Il film è stato elogiato da parte della critica e dal pubblico. Su Rotten Tomatoes il film ha una percentuale di gradimenti del 96% su 143 recensioni, il consenso critico del sito cita: «L'accattivante Gigante di ferro affronta argomenti ambiziosi e complesse relazioni umane con una mano ferma e una regia meravigliosamente animata da Brad Bird».[8]

Riconoscimenti

Curiosità

  • Il cognome del protagonista è un omaggio a Ted Hughes, colui che ha scritto il libro da cui il film animato è tratto.
  • Il film originalmente avrebbe dovuto essere un musical tratto dall'album The Iron Man: A Musical di Pete Townshend uscito nel 1989. Il chitarrista dei The Who è anche produttore esecutivo del film[9].
  • Una parodia di questo film è apparsa nella serie a cartoni animati Futurama, nell'episodio intitolato Il gioco del se fossi. In questa rivisitazione è Bender a interpretare il gigante (chiedendo alla macchina del se fossi: "Cosa sarebbe se fossi alto 80 metri?"), mentre un timido Fry impersona Hogarth.
  • Il gigante di ferro compare anche nei film Ready Player One e Space Jam: New Legends.
  • Il Gigante di Ferro è disponibile come personaggio giocabile in MultiVersus.

Note

  1. ^ Andrea Fiamma, Brad Bird, regista incredibile, in Fumettologica, 20 settembre 2018. URL consultato il 7 ottobre 2018.
  2. ^ Terry Flores, Duncan Studios Adds New ‘Iron Giant’ Scenes for Remastered Re-release, in Variety, 24 settembre 2015. URL consultato il 21 agosto 2024.
  3. ^ Jamie S. Rich, 'The Iron Giant,' a modern classic of animation returns: Indie & art house films, in The Oregonian/OregonLive, 20 gennaio 2014. URL consultato il 21 agosto 2024.
  4. ^ Copia archiviata. URL consultato l'11 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2015).
  5. ^ Filmato audio The Iron Giant: Signature Edition (The Giant's Dream) (Blu-ray), Burbank, California, United States, Warner Bros. Home Entertainment, 2016.
  6. ^ Rob Blackwelder, A "Giant" Among Animators, SplicedWire, 19 luglio 1999. URL consultato il 25 febbraio 2011.
  7. ^ Scott Holleran, Iron Lion: An Interview with Tim McCanlies, su Box Office Mojo, 16 ottobre 2003. URL consultato il 15 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2010).
  8. ^ (EN) The Iron Giant - Rotten Tomatoes, su www.rottentomatoes.com, 4 agosto 1999. URL consultato il 17 agosto 2023.
  9. ^ Lista produttori film, su imdb.com. URL consultato il 19 febbraio 2018.

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