Il brano conobbe un certo successo mondiale, arrivando alla tredicesima posizione della Official Singles Chart[5] e scalando in breve tempo le classifiche di molti altri Paesi, come l'Austria[6] e la Germania.[7] Venne generalmente ben accolto dai critici musicali mondiali, alcuni dei quali lo considerarono come uno dei punti forti di Play.[8][9] Nel corso degli anni ne vennero prodotti molti remix, tra cui uno cantato dall'artista R&BKelis.[10]Roman Coppola diresse il relativo videoclip promozionale,[11] in cui tre cloni di Moby vagano per una città e altri scenari urbani.
«I was hanging out at Max Fish and Mars Bar and Motor City drinking with the few remaining people in New York who would still hang out with me. At this time the Beasties had Hello Nasty, which was doing incredibly well, and I just couldn't believe that Mario Caldato Jr. was willing to work with me.»
(IT)
«Ero in giro a Max Fish, Mars Bar e Motor City a bere con le poche persone rimaste a New York che sarebbero ancora state disposte ad uscire con me. In quel momento i Beastie stavano pubblicizzando Hello Nasty, che stava andando veramente bene e io non riuscivo a credere che Mario Caldato Jr. fosse disposto a lavorare con me.»
Honey venne scelto come singolo pilota di Play e reso disponibile ad agosto 1998 in Inghilterra, mesi prima della reale commercializzazione dell'album.[22] La distribuzione fu affidata a Little Idiot Music/Warner Tamerlan.[23] Ne furono prodotti una decina di remix da parte di artisti quali Rollo Armstrong, Sister Bliss, WestBam, Sharam Jey, Mickey Finn e Moby stesso,[22][24] che vennero, di comune accordo tra Mute Records e l'artista, tutti messi sul mercato (in edizioni intitolate Honey Remixes),[25][26] al contrario della tradizionale cernita che solitamente veniva fatta in vista di una pubblicazione fisica.[24] A settembre dello stesso anno la distribuzione venne allargata in altri Paesi europei, ma molte stazioni radiofoniche si rifiutarono di trasmettere la canzone:
(EN)
«The song "Honey" was a single we put out in Europe in September, and a lot of radio stations wouldn't play it because they said it was an instrumental dance track. I listen to it and all I hear is singing. Are they talking about the same song?»
(IT)
«Honey era un singolo che abbiamo lanciato in Europa a settembre ma molte stazioni radiofoniche si rifiutavano di metterlo perché lo ritenevano un brano dance strumentale. Lo ascolto e tutto quello che sento è testo cantato. Stanno parlando dello stesso pezzo?»
Nonostante il mancato supporto delle radio, il pezzo riuscì comunque a entrare in molte classifiche del continente: debuttò alla posizione 33 della Official Singles Chart il 5 settembre 1998[5] e alla 30 in Austria (la più alta),[6] registrando altri piazzamenti, più bassi, in Germania[7] e nei Paesi Bassi.[28] In Australia invece arrivò al novantacinquesimo posto.[29] Nel maggio 1999 uscì per il mercato statunitense il doppioHoney/Run On, il primo di Moby distribuito dalla V2 Records; toccò la posizione numero 49 della BillboardDance/Electronic Singles Sales.[30] L'artista successivamente, sull'onda del successo di Porcelain (un altro singolo da Play) collaborò con la cantante R&B statunitense Kelis per una versione speciale del pezzo: ella aggiunse un'ulteriore parte cantata,[10] mentre il produttore hip-hop Fafu curò il nuovo mix.[31] Il risultato fu pubblicato il 16 ottobre 2000 come doppio lato A con Why Does My Heart Feel So Bad?, collocandosi al diciassettesimo posto della Official Singles Chart,[32][33] e con Porcelain nel mercato australiano, arrivando al cinquantaseiesimo dell'ARIA Charts.[34]
Video musicale
Nel videoclip promozionale di Honey, diretto da Roman Coppola,[11] una cassa di legno piove dal cielo su un parcheggio vuoto di un capannone. Da essa fuoriescono tre cloni di Moby, in giacca e cravatta, che cominciano a girovagare per una città. Uno di questi nota un'automobile nera parcheggiata a bordo strada e vi si avvicina, venendo osservato da un altro. Accanto alla vettura, dispiega una mappa stradale (difficile da consultare e piena di frecce), che gli scivola dalle mani finendo sotto il pianale.
Il clone striscia sotto l'auto per recuperarla, ma si ritrova sotto il letto di una stanza di un'abitazione. Vede la mappa sul pavimento, davanti ad una porta semiaperta, e la va a raccogliere; chinandosi, guarda attraverso l'uscio e scorge una donna nuda uscire da una vasca da bagno. Egli esce immediatamente dall'appartamento, seguito da altri due Moby, ed entra in quello a fianco; corre verso una finestra aperta e si getta. Da fuori, viene notato da un clone che legge il giornale.
Atterra illeso in un bosco, in cui sono presenti pure gli altri compagni; mentre passeggiano uno di loro passa dietro un albero, cambiando i suoi vestiti (in t-shirt rossa, jeans e scarpe da ginnastica), e si ferma presso una strada, dove incrocia un clone che guida la vettura di prima. L'auto prosegue fino a quando non finisce la benzina. Allora il Moby in t-shirt sale su un ramo, scomparendovi dietro ed uscendo dalla vasca da bagno dell'appartamento della donna. Che, in accappatoio, esce di casa, lasciando sul pavimento un pacco; il clone lo prende e va sotto il letto, scivolando poi fuori da sotto l'auto. A questo punto, apre l'incarto ed estrae una tanica di benzina, con cui fa il pieno. Tutte e tre le copie montano in macchina e ritornano nel parcheggio dove giace la scatola aperta da cui sono uscite. Vi ci rientrano e non appena chiudono il coperchio essa esplode.[11]
Alla sua pubblicazione, Honey fu ben accolto dalla critica musicale. Frank Owen di The Village Voice lo descrisse come un «riempi-pista coinvolgente, che ricorda gli affascinanti ritmi funk degli anni settanta di Hamilton Bohannon».[36] Alexandra Marshall di MTV scrisse che il campionamento di Sometimes «funziona sia come ingrediente per un collage sonoro sia come elemento musicale totalmente riconoscibile».[37]The Guardian elogiò il singolo definendolo «scatenato, gioioso e ipnotico»,[38] mentre NME concordò nel descriverlo come un «diamante scintillante» e un «brano da discoteca ritmato e fresco».[38][39] Nel suo libro I Hear America Singing: An Introduction to Popular Music, l'autore David Kastin osservò che molti giornalisti, recensendo Play, tesero spesso a far risaltare la canzone rispetto alle altre della tracklist.[40] Infatti Jim Sullivan del Boston Globe la considerò proprio come uno dei punti di forza dell'album[8] e Gene Stout del Seattle Post-Intelligencer «una delle tracce più affascinanti dell'album».[9] Tuttavia, Bijan Stephen di The Nation scrisse che «In Honey [...] sembra che l'arte della Jones stia trascinando quella di Moby; la giustapposizione è produttiva e non del tutto appropriata, ma la produzione elettronica di Moby passa costantemente in secondo piano».[41]Claudio Fabretti, nella recensione del webzineOndarock che celebra Play come pietra miliare della Musica, descrisse il pezzo come «un collage sonoro fenomenale - e iper-ballabile - tra vocalizzi rubati, drumming funk e riff ostinato di piano, in bilico tra il big beat di Fatboy Slim e le manipolazioni trip-hop dei Massive Attack.»[13]
Honey venne posta al ventiquattresimo posto della classifica dei brani più apprezzati dalla critica stilata da Pazz & Jop (rubrica annuale di The Village Voice)[42] e al decimo di quella dei migliori singoli del 1999 secondo il periodico Spin.[43]
^(EN) Charles Aaron, The Agony And The Ecstasy, in Spin, vol. 15, n. 7, New York, SPIN Media LLC, luglio 1999, p. 125, ISSN 0886-3032 (WC · ACNP). URL consultato il 10 maggio 2013 (archiviato il 3 gennaio 2014).
^(EN) Charles Aaron, Singles, in Spin, vol. 15, n. 2, New York, SPIN Media LLC, 1999 1999, p. 111. URL consultato il 13 maggio 2013 (archiviato il 3 gennaio 2014).
^(EN) Spin: The Year In Music 1999, in Spin, vol. 16, n. 1, New York, SPIN Media LLC, gennaio 2000, p. 5. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato il 4 luglio 2014).
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