Gus Savage
Augustus Alexander Savage, detto Gus (Detroit, 30 ottobre 1925 – Olympia Fields, 31 ottobre 2015), è stato un politico statunitense, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato dell'Illinois dal 1981 al 1993. BiografiaNativo di Detroit, Savage si trasferì nell'Illinois all'età di cinque anni[1]. Studiò presso la Roosevelt University di Chicago e prestò servizio nell'esercito sul finire della seconda guerra mondiale[1]. Lavorò successivamente come giornalista e editore, divenendo proprietario del Chicago Citizen Newspaper Group, un grosso gruppo editoriale della città. Savage si fece conoscere come attivista per i diritti civili ed utilizzò il suo potere professionale per condurre battaglie politiche[2], contribuendo per esempio all'elezione del primo sindaco nero di Chicago, Harold Washington[3]. Uno dei suoi giornali fu il primo a pubblicare le foto del corpo mutilato di Emmett Till, un quattordicenne ucciso nel Mississippi per cause razziali[4]. Carriera politicaEntrato in politica con il Partito Democratico, cercò per due volte l'elezione alla Camera dei Rappresentanti, venendo sconfitto nelle primarie in entrambi i casi[1][3]. Nel 1980, candidatosi per la terza volta, venne finalmente eletto deputato, dopo aver sconfitto nelle primarie il candidato favorito dall'establishment politico[1]. Tra le sue iniziative si ricorda, nel 1983, la proposta di mettere sotto impeachment il Presidente Ronald Reagan a seguito dell'Operazione Urgent Fury con cui aveva improvvisamente ordinato l'invasione dell'isola di Grenada[5]. Fu un accanito oppositore di Reagan, che paragonò ad un "Robin Hood al contrario, che ruba ai poveri per dare ai ricchi"[1]. Controversie e sconfittaNel 1989, Savage fu accusato di aggressione sessuale da una donna che lavorava come volontaria per i Peace Corps in Zaire[6]. Il deputato respinse ogni accusa, accusando la stampa di razzismo[7]. La commissione Etica della Camera stabilì che l'evento si fosse realmente verificato e lo rimproverò ufficialmente[8], ma non intraprese un'azione disciplinare nei confronti di Savage[2] poiché questi produsse una lettera di scuse[3][4]. Nel corso della sua carriera pubblica, Gus Savage fu spesso al centro di controversie e si attirò numerose critiche per essersi prodotto in svariate esternazioni razziste, inappropriate e antisemite[9][10][11]. Molte volte rifiutò di rilasciare interviste ai giornalisti bianchi e adottò una comunicazione basata sulla demagogia[2]. Soprannominò Ron Brown, allora presidente del Comitato Nazionale Democratico, "Ron Beige"; per tutta risposta, Brown affermò pubblicamente che Savage non avrebbe ottenuto finanziamenti dal partito[8]. In tutte le primarie che affrontò durante la sua vita politica non superò mai il 52% delle preferenze, riuscendo a sopravvivere alle sfide interne solo perché le fazioni a lui opposte non si erano mai coalizzate su un unico candidato che lo contrastasse[2]. La situazione cambiò nel 1992, quando in seguito ad una ridefinizione dei distretti congressuali si trovò a concorrere in una circoscrizione differente; il suo sfidante nelle primarie fu Mel Reynolds, che aveva partecipato alle primarie contro Savage anche nel 1988 e nel 1990[1][12]. Durante questi scontri, Savage aveva sostenuto che Reynolds avesse ricevuto oltre ventiseimila dollari di finanziamenti[8] da "ebrei razzisti", mentre Reynolds aveva affermato di credere che Savage fosse coinvolto in una sparatoria che aveva subito come vittima pochi giorni prima delle elezioni[13]. Savage sostenne che l'avversario avesse inscenato la sparatoria[3], ma al termine della campagna elettorale Reynolds lo sconfisse con un margine schiacciante[4]. Commentando l'esito di quelle elezioni, Savage dichiarò: "Abbiamo perso contro la stampa razzista bianca e contro i razzisti reazionari ebrei bugiardi"[14]. Vita privata e morteSavage fu sposato per trentaquattro anni con Eunice King[1], che era considerata la sua consigliera politica e che morì di tumore poco dopo la sua elezione al Congresso[3][2]. Gus Savage festeggiò il suo novantesimo compleanno il 30 ottobre del 2015 e morì il giorno dopo[3][4][15]. Gli sopravvissero due figli, Thomas ed Emma[3]. Note
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