La grotta Verde, conosciuta anticamente come grotta dei Turchi, è una cavità ubicata nel versante meridionale dell'Isola di Capri, in Campania, nota soprattutto per il colore dell'acqua nel suo interno che, a causa di particolari giochi di luce, assume il colore verde.
Storia
La grotta Verde è conosciuta sin dal XVI secolo, durante il quale l'isola fu ripetutamente sottoposta ad attacchi nemici; sono tristemente noti per aver attaccato l'isola, per esempio, il pirata Dragut e il corsaro Khayr al-Din detto Barbarossa, che distrusse l'omonimo castello.[1]
Nel Cinquecento, molto probabilmente, all'interno della cavità si appostavano i corsari nemici con i loro bastimenti per saccheggiare di sorpresa le imbarcazioni che passavano.[2][3]
A causa di questi eventi che ebbero luogo in loco la cavità assunse inizialmente il toponimo di grotta dei Turchi, poi sostituito da quello odierno.[2]
La grotta divenne famosa soprattutto a partire dal XIX secolo, durante il quale si diffuse l'abitudine di fare il giro in barca dell'isola. La grotta Verde, insieme alla grotta Azzurra e ai celebri Faraglioni, diventò quindi un'attrazione dell'isola.[4]
Caratteristiche
Struttura
La cavità ha due aperture, dette convenzionalmente soglie (soglie subacquee se sommerse); quella occidentale è situata a quattro metri sotto il livello del mare, mentre quella orientale è al livello del mare[5] ed è alta sette metri.[6]
Le pareti della caverna, ampliatesi in seguito a frane, presentano un andamento irregolare a causa della particolare stratificazione rocciosa.[6]
La luce verde
La caratteristica principale della grotta è tuttavia l'intensa colorazione verde smeraldo assunta dal mare al suo interno. Questo particolare gioco di colori è dovuto alla luce che penetra nella soglia subacquea, avendo (come già accennato) la cavità due aperture.[6] La tonalità verde assunta dall'acqua all'interno dell'antro, tuttavia, può variare nelle diverse ore del giorno e al cambiare delle condizioni atmosferiche.[6][7]
Geologia
La grotta Verde, classificata dagli speleologi come secondaria (ovvero prodotta, per fenomeni distruttivi, successivamente alla formazione della roccia madre),[8] è composta dalla roccia sedimentaria più antica di Capri, la dolomia, un aggregato di carbonato di calcio e magnesio risalenti a 190 e 130 milioni di anni fa.[6]
La cavità, inoltre, è una grotta d'erosione marina; la stessa è infatti dovuta all'erosione meccanica del moto ondoso sui punti della grotta che risultavano più fragili a causa di fenditure o fratturazioni e all'attacco chimico del mare.[9]