Nel 1964 diresse Il dio nero e il diavolo biondo (Deus e o diabo na terra do sol), ambientato nel nord-est del Brasile: nel film egli segue il tracciato della siccità attraverso una coppia di contadini alla ricerca della liberazione. Nel film appare per la prima volta un personaggio epico e popolare, Antonio das Mortes, che sarà protagonista nel 1968 dell'omonimo lungometraggio diretto da Rocha, vincitore del Prix de la mise en scène al festival di Cannes.
Nel 1967 uscì Terra in trance (Terra em transe), film che definisce artisticamente la mutata coscienza politica del regista. L'attività cinematografica di Rocha proseguì in patria fino al 1969, quando egli fu costretto ad abbandonare il Brasile per la severa censura governativa.
Rocha morì nell'ospedale di Rio de Janeiro il 22 agosto 1981, a soli 42 anni, a seguito di un'infezione polmonare contratta mentre si trovava a Lisbona.
Accoglienza e critica
Negli anni Settanta gli ultimi film di Glauber Rocha furono oggetto di una stigmatizzazione lanciata in un volume sull'arte e l'industria del cinema influenzato dal movimento della Nouvelle Vague, volume introdotto, tra l'altro, da una lunga intervista a François Truffaut. «(...) oggi il cinema politico del cosiddetto Terzo Mondo è "confezionato" apposta per avere successo commerciale nei mercati internazionali, anzi, ad essere più precisi, nei mercati europei. Si trovano penosi esempi di cinema fatto "per l'estero" (...) negli equilibrismi degli ultimi film di Rocha (...)».[1] Nell'estate del 2023 a Parigi viene riproposto Le Dieu noir et le Diable blond. In una scheda dedicata al film su Cahiers du cinéma viene ricordato il disprezzo del regista per il cinema politico della Nouvelle Vague e il proprio amore per la lotta di liberazione dei contadini brasiliani.[2]
Peter W. Schulze, Transformation und Trance. Die Filme des Glauber Rocha als Arbeit am postkolonialen Gedächtnis. Gardez! Verlag, Remscheid 2005, ISBN 3-89796-161-X.
Peter W. Schulze, Peter B. Schumann, Glauber Rocha e as culturas na América Latina. Berlin 2011, ISBN 978-3-939455-07-3.