Giuseppe Mazzoli (militare)
Giuseppe Mazzoli (Veroli, 1897 – Saragozza, 10 settembre 1938) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.
Biografia
Nacque a Veroli, provincia di Frosinone, nel 1897.[2] Mentre studiava nella facoltà di ingegneria nell'università di Roma, appena compì diciotto anni si arruolò volontario per combattere nella grande guerra. Conseguita la nomina ad ufficiale nell'ottobre 1916, partecipò alle operazioni belliche contro l'Impero austro-ungarico in forza al 30º Reggimento artiglieria da campagna; fu successivamente con reparti bombardieri ed infine con la promozione a tenente, alla 3ª batteria del 1º Reggimento artiglieria da campagna. Congedatosi nel 1919 e laureatosi in ingegneria, lavorò in Asia e in America Latina svolgendo attività industriale. Arruolatosi nel Tercio de Extranjeros nel dicembre 1936, col grado di capitano nel gruppo artiglieria del 1° Tercio rimase ferito nel combattimento al passo di Jarama il 14 marzo 1937. Rientrato al corpo nel successivo mese di giugno passò, col grado di 1º capitano, a comandare la batteria di accompagnamento da 65/17 del 2º Reggimento fanteria "Frecce Azzurre". Rimasto nuovamente ferito e dichiarato inabile al servizio di guerra, si arruolò ancora volontario nel Tercio assegnato alla 4ª bandera. Ferito in combattimento il 9 settembre 1938, si spense presso l'ospedale di Saragozza il giorno successivo. Con Regio Decreto del 18 aprile 1940 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Onorificenze
« Combattente della grande guerra, ferito e più volte decorato, volontario in terra di Spagna per l’affermazione di alti ideali, comandante di batteria d’accompagnamento, già distintosi in precedenti fatti d’arme, in quattro giorni di vivaci azioni, si portava in linea coi fanti, trascinando col suo esempio le dipendenti sezioni nei punti più avanzati e contribuendo in modo mirabile al felice esito dell’offensiva. Non ancora perfettamente guarito da ferita in combattimento e rimpatriato, ritornava volontariamente in Spagna ed assumeva il comando di una compagnia di fanteria. Nella battaglia dell’Ebro, in un momento critico, in piedi, in mezzo ai suoi legionari, fu l’anima di una accanita resistenza, finché colpito da granata anticarro, cadeva gloriosamente sul campo. Zuera, 24- 28 settembre 1937 Ebro, 9 settembre 1938. [3]» — Regio Decreto del 18 aprile 1940. [4]
«Addetto alla riserva di batteria, si offerse spontaneamente a tenere il comando di una sezione di bombarde durante l'azione, assolvendo il suo compito con singolare intelligenza e coraggio. Dopo tre giorni di aspro combattimento, ferito gravemente a una gamba, rimase a dirigere il tiro dei suoi pezzi da una posizione efficacemente controbattuta dalle artiglierie nemiche, finché non ricevette l'ordine di cessazione del fuoco. Pod-Koriti, 20 agosto 1917.»
«Benché la sua sezione fosse fatta segno al tiro aggiustato dell'artiglieria nemica, non rallentava il fuoco, e spingendosi coraggiosamente, più volte, oltre la prima linea per meglio riconoscere il bersaglio, otteneva dai pezzi splendidi risultati. Pod-Koriti, 20-24 maggio 1917.»
«Gia distintosi per coraggio e sprezzo del pericolo, in una speciale circostanza, lasciante le sue armi oramai inefficaci univasi alle squadra di attacco della posizione nemica e prendeva parte ad ardite ricognizioni. Cortelazzo, giugno-luglio 1918.»
Note
Annotazioni
Fonti
Bibliografia
- Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Ugo Mursia Editore, 1974.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 331.
Voci correlate
Collegamenti esterni
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