Giuseppe Bignami (1799 – 1873) è stato un poeta italiano.
Biografia
Vissuto a Pavia, dove svolge la professione di tipografo, conobbe discreto successo nella prima metà dell'XIX secolo come poeta d'occasione sostenuto dall'amico Defendente Sacchi[1], scrivendo in quest'ambito composizioni in dialetto pavese come Oun adìo al sour Giovita Gaeraevaglia, L'ultim dì 'd Craenva'l e Ouna baembena in aengounia, ma anche traducendo dall'italiano opere come Lamento di Cecco da Varlungo del fiorentino Francesco Baldovini[2].
Opere
- Un nuovo passatempo per l'anno 1835 (1834)
- Poesie pavesi di G.B. (1838)
- Alla cara memoria del dottor Defendente Sacchi : morto il 20. dicembre 1840 : sestine pavesi (1840)
- Il pittore Pasquale Massacra : versi in dialetto pavese (1846)
- Il pio orfanotrofio maschile di Pavia detto i Colombini : sestine in dialetto pavese (1849)
- Atto di rispetto offerto all'illustrissimo e reverendissimo monsignore don Angelo Ramazzotti assunto al pontificato di Pavia il 29 settembre 1850 : sestine pavesi (1850)
Note
- ^ A.A.V.V., Il pirata giornale artistico, letterario, teatrale - numero 98, Milano, 8 giugno 1841, p. 2.
- ^ A.A.V.V., Biblioteca italiana, o sia giornale di letteratura, scienze ed arti, Milano, Imperiale Regia Stamperia, gennaio 1838, p. 71.
Bibliografia
- Siro Carati, Giuseppe Bignami, Silvio Capella, Attilio Rillosi, Poeti dialettali pavesi dell'ottocento: Poesie in vernacolo pavese e italiane, Ticinum Edizioni, 1982, p. 80.
Voci correlate