Nasce a Venezia, dalla nobile famiglia Filippi nel 1656. La sua data di nascita si può desumere dal suo epitaffio funebre[1], ma è anche riportata quale data del suo battesimo da Konrad Eubel, nella sua opera Series episcoporum Ecclesiae Catholicae[2]. Le poche notizie circa la sua vita giovanile si hanno proprio da Eubel, dal Cornaro e dal Cicogna, il quale riporta. Entrò nell'ordine dei Servi di Maria, dimorando presso convento veneziano di Santa Maria dei Servi[3]. Fu ordinato presbitero il 23 settembre 1679 e si laureò in teologia il 21 dicembre 1683[2]. Quindi apprendiamo che predicò nelle terre del Peloponneso. Afferma infatti il Cicogna[1][4]:
«Giovanni Vincenzo De' Filippi uomo ragguardevolissimo per soavità di costumi, per iscienza nelle sacre lettere e per integrità di vita [...], dopo avere colle apostoliche sue predicazioni scorso il Peloponneso, fu eletto alla sede vescovile del Zante e Cefalonia.»
(Emmanuele Antonio Cicogna, Delle inscrizioni veneziane (Vol. I), presso Giuseppe Orlandelli Editore, Venezia, 1824)
Il 10 maggio 1718[5] fu trasferito alla sede di Caorle per volere di papa Clemente XI. Qui le notizie circa il vescovo de Filippi sono più ricche ed esaustive, grazie anche ai decreti che scrisse in seguito alle quattro visite pastorali che effettuò nella diocesi[4][6]. Si apprende che anche qui si occupò di sacra dottrina e di teologia, ordinò alcuni restauri della cattedrale e del suo campanile e fece edificare la Chiesa della Risurrezione nella IV presa dell'entroterra caorlotto, quella che oggi passa sotto il nome di Ca' Cottoni, e che costituiva l'unica altra chiesa parrocchiale della diocesi, oltre alla cattedrale[7][8]. Ad oggi, dopo un recente restauro, lo stemma del vescovo de Filippi ancora campeggia sopra la porta d'ingresso della piccola chiesa barocca.
Morì il 16 febbraio 1738, come recita l'epitaffio fatto apporre nel convento di Santa Maria dei Servi a Venezia e riportato dal Cicogna[1]:
(LA)
«IOHANNI VINCENTIO DE PHILIPPIS VENETO SAC. ORD. SERVORVM MARIAE ZACYNTII ET CEPHAENIAE DEIN CAPRVLARVM EPISCOPO VIGILANTISSIMO GENERE RELIGIONE DOCTRINA ET FORMA PRAECLARO DIE XVI FEBRVARII MDCCXXXVIII AD SVPEROS EVOCATO SENIORES HVIVS COENOBII VIRI SVPREMIS QVOQ. TABVLIS BENEFICIIS HONESTATI IVSTA QVOTANNIS BENEMERENTI PERSOLVENDA ET MONVMENTVM PONEND. CVRARVNT VIXIT AN. LXXXI. MEN. III. DIES XI. IN PONTIF. XI.»
(IT)
«A Giovanni Vincenzo de Filippi Veneziano sacerdote ordinato dei Servi di Maria di Zacinto e Cefalonia poi di Caorle vescovo sollecitissimo nei modi, nella religione, nella dottrina e nell'aspetto eccellente il giorno 16 febbraio 1738 chiamato alle realtà celesti Gli anziani dell'uomo di questo convento le ultime volontà nel testamento all'onestà benemerente di adempiere ogni anno e di porre il monumento si curarono Visse anni 81 mesi 3 giorni 11 di episcopato 11»
Dal testo menzionato è possibile ricavare che la data del 5 novembre, benché indicata dall'Eubel anche come battesimo, si debba riferire a quella di nascita. Volle essere sepolto nella cattedrale caprulana, dove si era fatto preparare il sepolcro ai piedi dell'altare maggiore. Ancora oggi si può leggere la «curiosa»[1] iscrizione che si fece preparare dall'abate di Latisana don Giovanni de' Conti[4][9]:
«NON IACET IN TVMVLO
NVDVM SINE NOMINE
CORPVS
QVOD CVNCTIS CONVENIT
VRNA CAPIT
NOMEN
SI QVÆRIS
QVÆRES
QVO VIXERIT ANNO
MDCCXXVII»
(Non giace nel tumulo nudo senza nome un corpo che tutti convengono contenga l'urna il nome se cerchi cerca chi era vissuto nell'anno 1727)
Nel Museo del tesoro del Duomo di Caorle sono conservati un piviale dorato ed una pianeta recanti lo stemma del vescovo de Filippi[4]. È inoltre lui, secondo il Bottani, ad aver tradotto il frammento di iscrizione greca «ωΝυΔΑτωΝ» come aquarum[9] che si trova su un'idria in pietra, identificata storicamente come una delle giare utilizzate da Nostro Signore per trasformare l'acqua in vino alle Nozze di Cana[10].
^Flaminio Corner, Notizie storiche delle Chiese e Monasteri di Venezia, e di Torcello, nella Stamperia del Seminario appresso Giovanni Manfrè, Padova, 1758.
^abcdPaolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Marcianum Press, Venezia, 2012.
^Giovanni Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica, Venezia, 1970.
^Silvio Tramontin, La diocesi di Caorle in età moderna e la sua soppressione, p. 69.
^abTrino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, nella Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia, 1812.
^Ferdinando Ughelli e Nicola Coleti, Italia Sacra sive de episcopis Italiae et insularum adjacetium (Tomo V), 1720, presso Sebastiano Coleti (Venezia).