Autore prolifico in particolare di poesie e di saggi sulla lingua toscana, è soprattutto conosciuto per i suoi romanzi storici: La Monaca di Monza pubblicato nel 1829 fu un successo commerciale, cui seguirono Luisa Strozzi (1833) e il Conte Ugolino della Gherardesca (1843). Nel 1830 con lo pseudonimo di Marco Pacini pubblicò Vita e avventure di Marco Pacini e l'opuscolo Risposta di Marco Pacini alle Osservazioni del Sig. Direttore dell'Antologia, su due Articoli del Giornale Pisano[2].
Scrisse anche alcuni drammi (Torquato Tasso, 1832).
La sua Storia della pittura italiana (1835-1837) diede luogo a molte discussioni[3].
Collezionista di opere d'arte, Rosini fu anche appassionato di editoria e stampò innumerevoli volumi di classici italiani, dapprima con il socio Peverata di Pisa, poi sempre a Pisa fondando la Tipografia della Società Letteraria e infine con i soci Molini e Landi di Firenze, ricercando il lusso tipografico tramite il continuativo impiego dei caratteri dei fratelli Amoretti di Parma.