In epoca medievale, Cremona era sotto il Sacro Romano Impero e pagava ogni anno all'imperatore una tassa consistente in una palla d’oro di cinque chili. Per liberare la città da questo tributo, i cremonesi delegarono Zanén de la Bàla a sfidare in combattimento il figlio di Enrico IV, e in caso di vittoria la città non avrebbe più pagato il tributo.[4] Andò così e Cremona divenne libero comune. Rientrò trionfante in città e i cremonesi concessero a Giovanni di sposare la giovane Berta, figlia di Landolfino de' Tolentini, che gli portò in dote ricche proprietà terriere.[5]
La storia di Giovanni Baldesio è presente nello stemma di Cremona, visibile sotto il portico della Loggia dei Militi e dal simbolo che compare nello stemma comunale: un braccio con la palla e la scritta fortitudo mea in brachio.
Note
^Giovanni Albertoni, Baldesio e Berta ossia una vittoria dei Cremonesi, p. 79, Pavia, 1844.
Giovanni Romani, Storia di Casalmaggiore dell'abate Giovanni Romani, volume primo, Casalmaggiore, 1830.
Giovanni Albertoni, Baldesio e Berta ossia una vittoria dei Cremonesi, Pavia, 1844.
Leone Tettoni e Francesco Saladini, Baldesio di Cremona, in Teatro araldico, ovvero raccolta generale delle armi ed insegne gentilizie delle più illustri e nobili casate che esisterono un tempo e che tuttora fioriscono in tutta l'Italia illustrate con relative genealogico-storiche nozioni, vol. 1, Lodi, pei tipi di Cl. Wilmant e figli, 1841.
Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1.