Scarse notizie rimangono della sua vita e poche opere sono a lui attribuite. Il suo stile pittorico fa capo a quella corrente artistica che ha il suo maggiore esponente in Carlo Dolci.
Sue opere certe sono un quadro intitolato Il pellegrinaggio di Tobia al tempio appartenente ad un ciclo di storie di Tobia e Tobiolo commissionatogli dai capitani della Misericordia di Firenze negli anni 1632-33 [1], un Sant'Antonio e una tela raffigurante San Domenico che resuscita il figlio di una matrona romana, ambedue conservate presso l'Opificio delle pietre dure a Firenze, il Trionfo della Vera Croce nella Collegiata di San Cassiano a San Casciano in Val di Pesa, un San Domenico conservato nel Convento di San Domenico a Fiesole, sempre a Fiesole nella Badia Fiesolana è esposto un dipinto a lui attribuito che reca la data mutila 164..., unica testimonianza cronologica della sua attività.
Note
^ Foresto Niccolai, Ugo Procacci, Monica Bietti et aliis (a cura di), La Misericordia di Firenze. Archivio e raccolta d'arte, Firenze, Coop. officine grafiche Firenze, 1981, pp. 13; 199-201.
Bibliografia
AA.VV. , La pittura in Italia, Il Seicento, Electa, Milano, 1990
Antonio Casabianca, Guida storica del Chianti, Multigrafica Editrice, Roma, 1940
Roberto Cacciatori, Mesy Bartoli, San Casciano in Val di Pesa - Guida storico artistica, Betti Editrice, Siena, 2006, ISBN 8875760764
AA.VV., La Misericordia di Firenze. Archivio e raccolta d'arte, Firenze, Coop. officine grafiche Firenze, 1981, pp. 13, 199-291.