Giorgio Gori studia al liceo classico "Paolo Sarpi" di Bergamo[2], dove partecipa al gruppo studentesco laico e riformista “Azione e Libertà”[3], che si opponeva al "Collettivo delle Sinistre"[4]. In quel periodo aderisce anche ai Collettivi degli Studenti Socialisti (CSS), vicini al Partito Socialista Italiano, confermando la propria identificazione coi valori della sinistra riformista, in anni in cui era forte la polemica con la parte comunista[5].
Il 25 novembre 2011 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Frigento (in provincia di Avellino): nel 1980, infatti, fece parte del gruppo di giovani volontari bergamaschi che giunse in Irpinia nei giorni immediatamente successivi al devastante terremoto.[6]
Vita privata
Dopo un primo matrimonio all'età di 25 anni, ha sposato in seconde nozze nel 1995 la giornalista e conduttrice televisivaCristina Parodi da cui ha avuto tre figli: Benedetta (1996), Alessandro (1997) e Angelica (2001)[7]. Silvio Berlusconi si è dichiarato "l'artefice delle loro nozze"[8], tuttavia tale affermazione è stata smentita dallo stesso Gori in una lunga intervista concessa il giorno dopo le primarie 2014 per le elezioni amministrative a Bergamo[9].
Carriera televisiva
Nei primi mesi del 1984 Giorgio Gori entra a Rete 4 allora del gruppo Arnoldo Mondadori Editore[3]. Gori diventa assistente di Carlo Freccero, capo palinsesto della rete, e nell'estate dello stesso anno la rete passa alla Fininvest, all'interno della struttura programmazione[3]. Nel 1988 diventa quindi direttore del palinsesto delle tre reti Fininvest[10], assieme a Roberto Giovalli.
Nel 1989 Gori sostituisce Giovalli e diviene responsabile dei palinsesti delle tre reti del gruppo Mediaset di Silvio Berlusconi[11] e nel giugno 1991 diventa direttore di Canale 5, il principale canale televisivo della Mediaset. Nel giugno 1997 passa alla guida di Italia 1, dove resta fino a marzo del 1999, per tornare qualche mese più tardi alla rete principale di Mediaset Canale 5, sempre in veste di direttore[3].
Nella primavera del 2001 Gori lascia Mediaset e fonda con Ilaria Dallatana e Francesca Canetta la casa di produzione televisiva Magnolia, specializzata in prodotti di intrattenimento e infotainment e che ha come scopo lo sviluppo di format originali per la televisione e per i media interattivi.
Nel novembre 2011 Gori si dimette da presidente di Magnolia e Zodiak Media Group[12]. Nel settembre 2012 ha annunciato le dimissioni da qualsiasi incarico televisivo e la vendita di tutte le sue azioni possedute nella Zodiac, cedendo la sua quota di partecipazione, per entrare in politica.[13]
Nell'aprile 2012 ha creato l'associazione InNova Bergamo[15], "un laboratorio di studio del sistema urbano di Bergamo, nella sua accezione più ampia – territoriale, ambientale, economica, culturale e sociale – finalizzato all'elaborazione di idee che ne affrontino i principali problemi e ne promuovano lo sviluppo negli anni a venire"[16]. Successivamente all'elezione a sindaco ha lasciato la presidenza dell'Associazione.
Nel dicembre 2012 Gori si candida, senza successo, alle primarie "Parlamentarie" indette dal PD per la scelta dei candidati alle successive elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, nel collegio di Bergamo per il Senato della Repubblica, giungendo quarto[17]. Verrà messo in lista, ma non sarà eletto.
Alle elezioni amministrative di Bergamo, Gori si presenta sostenuto da: Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Italia dei Valori, Moderati, Partito Socialista Italiano e le liste civiche "Giorgio Gori Sindaco" e "Patto Civico". Al primo turno del 25 maggio Gori ottiene il 45,50% dei voti (28.288 preferenze), accedendo al ballottaggio con il candidato del centro-destra, il sindaco uscente Franco Tentorio, fermo al 42,18% dei voti (26.219 preferenze)[20]. Al ballottaggio del 9 giugno 2014 Gori viene eletto sindaco di Bergamo, con il 53,5% dei consensi contro il 46,5% di Tentorio[1]. Inizia subito a lavorare[21] con il suo stile (una cifra che lo accompagna lungo tutto il percorso amministrativo e che gli verrà riconosciuta anche in seguito e gli consentiranno di distinguersi dalla corrente renziana del suo partito[22]).
Nel febbraio 2015 l'amministrazione approva il protocollo di intesa con Cassa Depositi e Prestiti e l'Università di Bergamo per il recupero degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo e dell'ex caserma Montelungo. Per questi due grandi complessi edilizi dismessi di Bergamo il protocollo prevede la creazione di due funzioni pubbliche prevalenti: la sede unica nazionale dell'Accademia della Guardia di Finanza e il nuovo polo universitario con residenze per gli studenti e il centro sportivo dell'Ateneo[23][24].
Il 20 aprile 2015 viene reso noto il risultato di un sondaggio del Sole 24 Ore: Gori è il terzo sindaco più amato d'Italia, con un balzo notevole di consenso rispetto al giorno dell'elezione[25].
Tante iniziative di Gori salgono alla ribalta nazionale, come la sua battaglia contro il gioco d'azzardo in città. La giunta Gori vara un regolamento innovativo nel panorama nazionale, che istituisce fasce orarie durante le quali non si può giocare e divieti mirati di pubblicità al gioco[26]. Il regolamento porta a risultati tangibili un anno dopo la sua adozione, con un calo del consumo di gioco a Bergamo, in controtendenza rispetto alla situazione italiana del momento[27]. Il documento è impugnato dalle lobby del gioco italiane, che portano in tribunale il Comune di Bergamo: la sentenza è favorevole al Comune di Bergamo per la maggior parte delle questioni impugnate[28][29].
Bergamo entra ufficialmente il 3 luglio 2016 anche nel Guinness dei primati grazie all'Abbraccio delle mura[30], iniziativa pensata da Gori e da VisitBergamo per appoggiare la candidatura UNESCO delle Opere di Difesa Veneziane, di cui il capoluogo orobico è capofila: oltre 11.500 persone si ritrovarono, in quella data, sui bastioni delle Mura veneziane di Bergamo per la catena di abbracci più lunga del mondo.[31] Nel 2016 un sondaggio Index per la trasmissione di LA7Piazzapulita indica in Gori il sindaco più amato d'Italia, con fiducia a livelli altissimi, 62,6%.[32][33]
Durante il suo mandato arriva anche il responso dell'UNESCO sulla candidatura delle mura veneziane di Bergamo: a dieci anni dall'avvio della procedura, la commissione riunita a Cracovia include le "Opere di Difesa Veneziane tra il XVI e XVII secolo" tra i siti patrimonio mondiale dell'umanità.[34][35]
Il 9 ottobre 2018 annuncia di volersi ricandidare per un secondo mandato da sindaco.[41] Sostenuto da PD, +Europa, Italia in comune, Lista Gori e un'altra civica, il 26 maggio 2019 è stato rieletto al primo turno con il 55%, diventando, dall'introduzione del sistema a elezione diretta del sindaco nel 1995, il primo sindaco bergamasco a essere eletto per due mandati.
Durante il secondo mandato, Gori dà il via ad alcune grandi opere: il nuovo snodo autostradale (opera d'iniziativa di Regione Lombardia[42]); il sovrappasso o terzo livello del rondò delle valli; il risanamento della stazione e il progetto Porta Sud; la realizzazione del nuovo Gewiss Stadium (attraverso un'operazione che ha portato il Comune a cedere ad Atalanta la struttura sportiva); la sistemazione dell'intero Centro Piacentiniano; la nuova GAMeC; i giardini dell'Accademia Carrara; la sistemazione e la liberazione di Piazza Cittadella; il parcheggio della Fara in Città Alta e molto altro ancora[43]. Questi interventi hanno puntato sull'aggiornamento infrastrutturale urbano e sulla vocazione turistica del comune, in concomitanza col ruolo di capitale della cultura 2023 insieme con Brescia.
Europarlamentare
Nel maggio del 2024, in occasione delle elezioni europee, Gori viene candidato nella lista del PD per la circoscrizione nord-occidentale[44][45] risultando eletto come secondo della lista con 211.426 preferenze[46], uno dei candidati più votati in Italia.