Nato a Porto Santo Stefano il 28 aprile 1861[1]dall'impiegato doganale Giuseppe Ceragioli e da Fanny Bracci si sposta giovanissimo a Firenze, dove si forma alla scuola dello scultore Ulisse Cambi. Entra diciottenne nel corpo dei Bersaglieri, al quale rimarrà sempre molto legato e dove rimane fino al 1888 ottenendo il grado di tenente.[2]
Trasferitosi a Torino lavora con Augusto Ferri, scenografo e decoratore. Qui si afferma come pittore, esponendo in particolare alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino; come scultore realizza nel 1886 la grande statua "Un bersagliere alla carica", che oggi orna lo scalone dell'Armeria Reale.
Nel periodo a cavallo del 1900 è molto attivo come decoratore; in particolare cura a Milano la decorazione di palazzo Marsaglia e gli viene poi affidato l'incarico della decorazione del Teatro Regio di Torino, per il quale lavorerà anche come scenografo.[1] Nel 1904 per la FIAT progetta e esegue lo stand aziendale al Salone mondiale dell'automobile di Parigi.[2] In parallelo a queste attività si occupa di arti applicate e realizza vari marchi commerciali, stoffe, trofei sportivi[3] e oggetti che oggi si definirebbero di design; a questo filone della sua produzione può ricondursi anche la collaborazione alla stesura, nel 1902, del "Manifesto programmatico per l'Esposizione Internazionale di Arte Decorativa di Torino".[1]
Sempre nel 1902 assieme agli amici Davide Calandra, Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend ed Enrico Thovez fonda la rivista "L'arte decorativa moderna", una rivista mensile illustrata di arte e decorazione della casa[4] che avrà una notevole influenza sul panorama delle arti applicate in Italia.
Nel 1914 realizza con Cesare Biscarra il monumento ad Ascanio Sobrero al Parco del Valentino, sempre a Torino.[5]
Anche dopo la prima guerra mondiale la sua attività prosegue sia come scultore che come pittore; tra le sculture di questo periodo possono essere ricordate una statua dell'Alpino a Villar Perosa (1919[6]), l'altorilievo bronzeo in memoria dei bersaglieri caduti nella grande guerra, eseguito nel 1923 e collocato nel 1936 al giardino Lamarmora di Torino e il monumento bronzeo al Bersagliere del 1936 sistemato successivamente al centro di Piazza Alessandro Lamarmora a Biella. Affianca inoltre alla produzione artistica l'attività didattica presso l'Accademia di belle arti di Torino.[7]
Muore a Torino l'11 dicembre 1947.[1]
Note
^abcd Marco Varetto, Giorgio Ceragioli (1861-1947), su museotorino.it, MuseoTorino (Comune di Torino). URL consultato il 3 novembre 2021.
^abCeragioli, valente scultore riscoperto dai santostefanesi, Renzo Wongher, su il Tirreno dell'11 febbraio 2005; on-line su ricerca.gelocal.itArchiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive. (consultato nel febbraio 2010)
^Trofei 1882-1963. Premi delle Società Sportive Torinesi, catalogo della mostra al Circolo degli Artisti, a cura di A. Panzetta, Renaissance, Torino, 1999