È vicino al movimento di Novecento, ma non prende parte alle mostre del gruppo.
Sono gli anni in cui giunge a definire il suo linguaggio artistico, caratterizzato da un metafisico classicismo ispirato alla grande pittura italiana del '400. Si dedica anche alla pittura murale e al mosaico.
Dal 1961 al 1963 ad Arcumeggia (Varese) insegna affresco in corsi estivi tenuti per i migliori allievi delle varie Accademie di Belle Arti italiane.
Dal 1961 è titolare della cattedra di Decorazione e affresco all'Accademia di Brera, fino alla sua morte (Arona, 1971).[1]
Opere
Nel 1935 realizza nella Sala del Consiglio Provinciale di Sondrio sei grandi encausti parietali, raffiguranti attività tipiche della Valtellina: mietitura, vendemmia, tessitura, filatura, pesca, alpeggio, caccia, industria del legno, lavorazione del granito e alpinismo.[2][3]
Nel 1948 tiene una sua prima personale negli Stati Uniti.[1]
Nel 1962 realizza ad Arcumeggia l'affresco: Il ritorno dell'emigrante. Nel 1967 esegue ad Arcumeggia la decorazione di una cappelletta votiva con affreschi illustranti Sant'Antonio abate e San Rocco.[1]
Negli ultimi anni della sua vita realizza una Deposizione per il Museo d'Arte Sacra del Vaticano.[1]
Note
^abcdefghiArcumeggia - La galleria all'aperto dell'affresco. a cura di Alberto Bertoni e Raffaella Ganna, Macchione Editore, Varese, 1997.