Dopo la sua liberazione visitò i Luoghi Santi e poi tornò a Firenze, dove si ritirò a Villamagna.
In seguito si imbarcò per la Siria e fu assalito dai pirati; tornò in Palestina per dedicarsi alla preghiera e all'assistenza degli ammalati. Rimase in questa terra per un periodo di sette anni, durante i quali si guadagnò la venerazione popolare poi tornò in Italia, dove conobbe Francesco d'Assisi che lo accolse come Terziario. Non è certa la sua presenza nel territorio di Cremona ma viene documentata la sua vicinanza al beato Alberto di Villa d'Ogna che visse i suoi anni nell'ordine terziario di San Domenico.[2]
Il culto, iniziato subito dopo la sua morte, fu confermato da papa Gregorio XVI il 18 maggio 1833, dopo aver proseguito ininterrotto per cinque secoli[3].
Dinora Corsi, Gherardo da Villamagna. Storia di una leggenda, in La terra benedetta. Religiosità e tradizioni nell'antico territorio di Ripoli, Firenze, Salimbeni, 1984, pp. 47-86. Catalogo della Mostra tenuta a Bagno a Ripoli e Firenze nel 1984.
Piero Bargellini, Mille Santi del giorno, Firenze, Vallecchi Editore, 1997, ISBN88-8252-018-8.