Fin dal 2010 il Ministero dell’Ambiente, attraverso l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva inserito il geosito delle ex cave Cappuccini nell’elenco ufficiale dei geositi italiani.
Con decreto del 1 dicembre 2015, l'Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente ha istituito questo geosito, riconoscendolo come geosito di tipo Paleontologico/Stratigrafico di rilevanza Mondiale.[1]
L'area del geosito è formata dalla parete di cava e da una stretta fascia all'inizio della stessa.[1]
Le cave di travertino sono state recuperate alcuni anni fa, grazie al finanziamento con i fondi europei del Por-Fesr 2007/2013.[2]
Il progetto di riqualificazione, e la prevista realizzazione di un Anfiteatro a servizio della Cittadella dei giovani nella zona Orto di Ballo,[1] avevano messo in pericolo parte del geosito paleontologico; dopo le proteste del Comitato cittadino Difendiamo il Geosito Cave Cappuccini, il progetto originario è stato modificato nel novembre 2014, allo scopo di tutelare l'area interessata.
Tra le modifiche al progetto precedente, ci sono dei lavori tendenti a ridurre l’impatto visivo dell’anfiteatro alla distanza di sei metri dalle pareti della cava: la gradinata andrà quindi ad appoggiare sulla scarpata naturale che già esisteva a sud.[3]
Descrizione
Le cave di travertino poste a Nord dell'abitato di alcamo sono un sito molto importante per la paleontologia sia perché il travertino risale al Pleistocene[4] sia perché ha interessanti caratteristiche geologiche e morfogeologiche; grazie al grande numero di reperti fossili scoperti, esso dà la possibilità di ricostruire le vicende geologiche di quest'area.[5]
Fin dai primi anni del '900 venivano raccolti e portati all'università di palermo curisosi resti /ossa fossili provenienti dalle cave di travertino alcamesi. Una scatola contenente questi reperti è conservata prersso il museo paleontolgico di Palermo e riporta con provenienza Cava di Fontana della Pietra. Migliaia invece sono le sfere calcaree raccolte negli anni dei cavatori ed utilizzate per farne curiosi "souvenirs"; solo il ritrovamento più recentemente del calco del carapace di una grossa tartaruga ha permesso di associare queste "strane" sfere calcaree a quello che in effetti sono, calchi di uova di tartaruga gigante, ritrovate spesso nello posizione naturale della deposizione, raccolte cioè a grappolo.
Alla fine del 1984, infatti, nella cava della cooperativa "Siciltravertino" in contrada "gammara", è stata trovata l'impronta o il calco del carapace di una grande tartaruga, Geochelone sp, della lunghezza di metri 1,15,[6] e alcune uova: questi due reperti fossili sono conservati presso il Museo di paleontologia e geologia Gaetano Giorgio Gemmellaro di Palermo.[7]
La tartaruga, pure presente nel Pleistocene di Malta, richiama quelle che tuttora vivono numerose ad Aldabra, un grande atollo e riserva naturale protetta, situato vicino alle Seychelles.[6]
Il geosito di Alcamo ha portato anche al ritrovamento dello scheletro di un elefante nano, Elephas falconeri, (e anche delle sue zanne, denti, e crani); nel 1985 il professore Giorgio Belluomini, esperto del C.N.R., utilizzando il metodo della racemizzazione degli aminoacidi sui denti del fossile, ha scoperto che questo elefante nano risale a 260.000 anni fa.[6]
Il sito ha reso possibile stabilire la datazione esatta degli Elephas in Sicilia perché in una spaccatura del travertino, con del paleosuolo all'interno, sono stati scoperti i resti di un elefante di media grandezza, l'Elephas mnaidriensis,[9] dapprima considerato erroneamente il progenitore dell'elefante nano.
^Burgio E. e Cani M.: Sul ritrovamento di elefanti fossili ad Alcamo (Trapani, Sicilia) – Il Naturalista Siciliano, Palermo, 1988
Bibliografia
Gruppo Archeologico Drepanon, Bonifato - La montagna ritrovata, Trapani, Il Sole editrice, 2014, ISBN 978-88-905457-3-3.
Burgio E. e Cani M.: Sul ritrovamento di elefanti fossili ad Alcamo (Trapani, Sicilia) – Il Naturalista Siciliano, Palermo, 1988
Bonfiglio L. e Burgio E., 1992. Significato paleoambientale e cronologico delle mammalofaune pleistoceniche della Sicilia in relazione all’evoluzione paleogeografica; Napoli,Il Quaternario, 1992
Culmone G. "Il travertino di Alcamo" tesi di Laurea Università di Palermo 1997
Autori vari: I Travertini di Alcamo: Proposta di Istituzione di un Geosito - a cura di C. Di Patti; Palermo, E. Scalone - Centro Regionale del Restauro, 2006