È stato eletto al primo posto fra i compositori viventi in una votazione organizzata dalla rivista italiana Classic Voice, e la sua composizione in vain (2000) è stata indicata come l'opera più importante scritta dall'anno 2000 in poi nell'ambito della musica d'arte.[1]
Biografia
Georg Friedrich Haas è cresciuto a Tschagguns (Vorarlberg) e ha studiato composizione con Gösta Neuwirth e Iván Erőd e pianoforte con Doris Wolf alla Musikhochschule di Graz, capoluogo della Stiria. Dal 1989 al 2005 ha insegnato, con alcune interruzioni, alla stessa Hochschule come professore associato di contrappunto, tecniche di composizione contemporanea, analisi e introduzione alla musica microtonale. È membro fondatore del gruppo di compositori di Graz Die andere Seite.
Ha svolto due anni di studi post laurea presso la Hochschule für Musik di Vienna con Friedrich Cerha, ha partecipato al Darmstädter Ferienkurse (1980, 1988 e 1990) e al corso di computer music all'IRCAM (1991). Ha ricevuto una borsa di studio dal Festival di Salisburgo (1992-93), ha ricevuto il Premio Sandoz (1992) e una sovvenzione musicale dal Ministero nazionale della Scienza, Ricerca e Cultura (1995). Sue opere sono state eseguite nei programmi dei seguenti festival: Wien Modern (Vienna), Musikprotokoll (Graz), Witten, Huddersfield, Royaumont, Biennale di Venezia, Festival d'Automne (Parigi), nonché presso il Darmstädter Ferienkurse e il Festival di Salisburgo 2011.[2] Dal 2005 al 2013 è stato docente di composizione alla Hochschule di Basilea, in Svizzera; dal settembre 2013 è professore di Composizione alla Columbia University di New York.
Estetica e lavori
Lo stile di Haas ricorda quello di György Ligeti nell'uso della micropolifonia, dei microintervalli e dello sfruttamento degli armonici naturali; è spesso caratterizzato come un esponente di spicco della musica spettrale. La sua estetica è guidata dall'idea che la musica sia in grado "di articolare emozioni e stati d'animo in grado di essere abbracciate da altri come proprie" ("Emotionen und seelische Zustände von Menschen so zu formulieren, daß sie auch von anderen Menschen als die ihren angenommen werden können").[3] In questo modo ha rinnegato l'intellettualismo di alcuni filoni dell'avanguardia musicale modernista (come il serialismo e il decostruttivismo). L'atmosfera emotiva di molte delle sue opere è cupa.[4] Le opere di Haas sono state criticate per aver evocato temi come la sofferenza, la malattia e la morte per il voyeurismo estetico: "il pezzo [l'opera Thomas (2013)] si avvicina pericolosamente a una specie di turismo del reparto di cure palliative".[5]
Allo stesso modo, le sue opere orchestrali sono state paragonate a musica da film: "[Dark dreams per orchestra sinfonica] ci fa pensare anche a una colonna sonora già pronta per un film di suspense" ("lässt aber auch an einen probaten Soundtrack zum Suspense-Streifen denken").[6]
L'opera Morgen und Abend, su libretto dello scrittore norvegese Jon Fosse, fu commissionata congiuntamente dalla Royal Opera House di Londra e dalla Deutsche Oper di Berlino, ed è stata rappresentata per la prima volta sul palco principale della Royal Opera House il 13 novembre 2015.
'"Arc-en-ciel" op.37: Ivan Wyschnegradskys behutsame Annäherung an das Zwölftonintervall', in Horst-Peter Hesse (Hg.), Mikrotöne IV. Kongressbericht über das 4. internationale Symposium "Mikrotonforschung, Musik mit Mikrotönen, ekmelische Musik", Salzburg, 2.–5. Mai 1991 (München: Nymphenburg, 1993) (Grundfragen der mikrotonalen Musik 2), pp. 79–82
'Die Verwirklichung einer Utopie: Ultrachromatik und nicht-oktavierende Tonräume in Ivan Wyschnegradskys mikrotonalen Kompositionen', in Claus Ganter (Hg.), Harmonik im 20. Jahrhundert (Wien: WUV, 1993), pp. 87–100
Opere
Adolf Wölfli, opera da camera (Graz 1981)
Nacht, opera da camera in 24 scene; libretto del compositore tratto da testi di Friedrich Hölderlin (prima esecuzione in forma concertante Bregenz 1996, in forma scenica Bregenz 1998)
Bluthaus, opera in 10 scene (composta nel 2010/11); libretto di Klaus Händl; prima mondiale: aprile 2011, Schwetzingen Festival; prima della seconda versione (45 minuti di musica in più): Kampnagel, Hamburg, giugno 2014.[8]
^Salzburg Festival 2011, su salzburgerfestspiele.at. URL consultato il 18 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2011).
^Georg Friedrich Haas, 'These shadows of memory'. Über das Finale des ersten Abschnitts meiner Oper die schöne Wunde, in Andreas Dorschel (ed.), Resonanzen. Vom Erinnern in der Musik (Vienna – London – New York: Universal Edition, 2007) (Studien zur Wertungsforschung 47), pp. 197−204, p. 203
^ Alex Ross, Darkness Audible, 29 novembre 2010. URL consultato il 24 gennaio 2011.
^Shirley Apthorp, 'Première of Georg Friedrich Haas, Thomas, Schwetzingen Festival, Germany', Financial Times (Europe), Tues. 28 May 2013, p. 13
^Stefan Musil, 'Musikverein: So dunkel sind die Träume nicht', Die Presse (Vienna), Sun. 9 March 2014, p. 43
^Franz Schubert, su van-us.atavist.com. URL consultato il 18 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2018).
Farthofer, Lisa. 2007. Georg Friedrich Haas: Im Klang denken. Saarbrücken: Pfau, ISBN 978-3-89727-372-6[1]
Haas, Georg Friedrich. 1996-7. 'Die Abbildung akustischer Phänomene als Material der kompositorischen Gestaltung', Ton n. 4 – n. 1, pp. 24–27
Haas, Georg Friedrich. 1999. 'Jenseits der zwölf Halbtöne', Salzburger Festspiele 1999, pp. 17–23
Haas, Georg Friedrich. 1999. 'Mikrotonalitäten als Kompositionselement', Österreichische Musikzeitschrift 54, n. 6, pp. 9–15[2]
Haas, Georg Friedrich. 2001. 'Fünf Thesen zur Mikrotonalität', Positionen: Beiträge zur neuen Musik 48, pp. 42–44
Haas, Georg Friedrich. 2003. '"Der eigenen Fantasie mehr Raum geben"', Österreichische Musikzeitschrift 58, n. 10, pp. 20–25[3]
Lanzilotta, Pierluca. 2008. L'euforia di Bruckner e la catastrofe di Schüssel: "in vain" di Georg Friedrich Haas, tesi di laurea magistrale. Conservatorio di Parma
Veselovic, Martin. 2002. "in vain", Diplomarbeit. Kunstuniversität Graz