«Tutti i problemi che sperimentate sorgono dal modo di funzionare della vostra mente. Tutto ciò di cui avete bisogno è conoscere la vostra vera natura, come siete veramente. È così semplice.»
Vissuto nel XIV secolo, lama Tsongkhapa fu discepolo dei lignaggi Sakyapa, Kagyu e Kadampa. Successivamente, soprattutto ispirandosi ai princìpi Kadampa, si fece propulsore di una riforma della disciplina monastica che portò alla formazione del lignaggio gelug, e si dedicò a una grande diffusione del Lam Rim di Atiśa, e di altre grandi dottrine Mahayana e Vajrayana.
Il movimento dei Berretti Gialli si rinforzò con uno dei principali allievi di lama Tsongkhapa, Gendün Drup, stimato lama che un secolo dopo la sua morte sarebbe stato riconosciuto come I Dalai Lama. Fondatore del Monastero di Tashilhunpo e autore di numerosi trattati tantrici, Gendün Drup introdusse tra i gelug il principio della reincarnazione per la successione di molti seggi religiosi.
La cosiddetta «Scuola Gialla» pose presto l'accento sul rigore della disciplina monastica, respingendo certi costumi come la pratica del matrimonio e l'assunzione di sostanze alcoliche, che presso altre scuole come la Nyingmapa trovavano un certo consenso. Sempre i Nyingmapa comprendevano nel loro canone tantra più antichi di quelli tradotti in tibetano dal monaco indiano Smriti nel X secolo, mentre i gelug accettavano solo i tantra contenuti nel canone tibetano redatto da Butön nel XIV secolo. Infine, se i Nyingmapa e i Kagyu prediligevano la corrente yogacara, i gelug preferivano la corrente madhyamaka, e ponevano grande attenzione alla logica e alla meditazione, e avviavano i discepoli alle pratiche tantriche più tardi rispetto alle altre scuole.
Il primo monastero gelug fu fondato a Ganden nel 1409, a cui seguì l'istituzione di università monastiche quali Sera e Drepung, ove si formavano lama e ghesce di grande prestigio.
Inizialmente i gelug rimasero estranei alle questioni legate al potere temporale, che invece coinvolgevano le altre scuole, ma quando l'Impero mongolo si interessò al Tibet nel XVI secolo, il III Dalai Lama gettò le basi di un'alleanza con i khan, che in seguito si consolidò con l'intervento del V Dalai Lama, forte dei rapporti che lo legavano anche alla famiglia imperiale cinese. Abile nei rapporti con l'estero e nell'arte del governo, il V Dalai Lama divenne la massima guida spirituale del Tibet e sovrano assoluto.
A dispetto della sua importanza per la teocrazia del Tibet, per tradizione il Dalai Lama non è il capo dei gelug. La gerarchia della scuola riconosce la massima autorità al Ganden Tripa, "Detentore del Trono di Ganden" in tibetano, un lama scelto tramite elezione tra i khenpo dei più autorevoli monasteri Gelug, e che rimane in carica per un periodo di tre anni.
G. Tucci, The Religions of Tibet, London, 1980 (tr.it. Le religioni del Tibet, Milano, Oscar Mondadori)
A. Blondeau, Le religioni del Tibet in H. C. Puech, a cura di, Storia delle religioni (IV. India Tibet e Sud Est Asiatico), 1977, Roma, Bari, Laterza, pp. 327–418
D. Snellgrove, H. Richardson, A cultural history of Tibet, Londra, 1968