Geel (detta anche Gheel, da un'antica parola germanica che significa giallo) è una cittadina del Belgio, di 35 502 abitanti, situata nelle Fiandre (Provincia di Anversa).
Famosa per la sua secolare accoglienza e integrazione nel tessuto sociale di persone con disagi psichici.[1]
Geel è sede del JRC-IRMM, uno dei sette istituti specializzati della direzione generale della Commissione europea Centro Comune di Ricerca (in lingua inglese: Joint Research Centre, acronimo JRC) avente, in questo caso, il compito di sostenere un sistema europeo di misurazione comune (Institute for Reference Materials and Measurements, acronimo IRMM).
Storia del secolare progetto sociale
Geel è dal XIII secolo la più grande comunità psichiatrica terapeutica aperta del mondo.
Si trova infatti vicino al santuario di santa Dinfna (ragazza di origini irlandesi che nel VII secolo d.C. scelse il martirio pur di non cedere alle mire incestuose del padre), nota per curare in particolare le malattie mentali e proteggere l'assistenza familiare. Venne santificata nel 1247 ma il suo culto era presumibilmente già attivo.
Considerando che non c'erano ospedali e le chiese rimanevano allora l'unico posto in cui poter ricoverare i malati e sperare in una cura, sin dall'antichità i parenti vi portavano i malati di malattie mentali per una intercessione della santa; non sopravvenendo tuttavia alcun tipo di intervento soprannaturale, almeno apparente, i pazienti psichiatrici nel frattempo giravano per la città, partecipando alla sua vita sociale, ospitati dagli abitanti, andando a Messa, lavorando nei campi, avendo una vita abbastanza normale.
Si formò così col tempo una rete di assistenza capillare, e oggi si calcola che circa 1000 pazienti psichiatrici siano ospiti dei 35 000 abitanti della città belga, che vanta anche un famoso istituto psichiatrico, in cui i pazienti tornano a dormire.
Una sorta di anti manicomio ante litteram che non ha mancato di affascinare i visitatori di ogni tempo e di venire continuamente citata come modello per le comunità terapeutiche in un'ottica di deistituzionalizzazione[2].
Attratto da questi metodi di cura, anche il padre di Vincent van Gogh pensò di mandare il proprio figlio a curarsi a Geel nel 1879.
«Una visita a Geel modificherà grandemente l'opinione di coloro che credono che a un pazzo non si possa dare altro di meglio di un manicomio... A Geel poteva essere messa in atto la «vera cura morale»; metodo parallelo all'istituto del manicomio, in grado di occuparsi di quelle categorie di alienati che non possono giovarsi delle «monotone abitudini» caratterizzanti le giornate dei reclusi negli asili.»
Infrastrutture e trasporti
Amministrazione
Gemellaggi
Note
- ^ Bonacossa, Gheel. Ossia una colonia di mentecatti, in "Museo Scientifico, Letterario ed Artistico", anno terzo, Torino 1841, pagine 147-149.
- ^ Oliver Sacks, Ogni cosa al suo posto (Everything in Its Place: First Loves and Last Tales, 2019), traduzione di Isabella C. Blum, Collana Biblioteca n.701, Milano, Adelphi, 2019,pag 203, ISBN 978-88-459-3433-9.
Bibliografia
Salmona I. "Gheel and the Société Médico-Psychologique: rereading of a controversy". Annales Médico-Psychologiques, volume 172, 2014.
Bersani FS, Riboni J, Prevete E, Borghi L. "Geel e Santa Dinfna, una secolare tradizione di assistenza psichiatrica". Giornale di storia, volume 32, 2020.
Goldstein JL, Godemont MM. "The legend and lessons of Geel, Belgium: a 1500-year-old legend, a 21st-century model". Community Mental Health Journal, volume 39, 2003.
Roosens E, Van De Walle L. "Geel revisited – After centuries of mental rehabilitation". Garant, 2007.
Pipparelli M. "Geel nel passato e nel presente". Pàtron Editore, 1980.
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