Galleria del Popolo

Galleria del Popolo
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMirandola
Indirizzovia Giovanni Pico
via Giuseppe Mazzini
via Cesare Battisti
via Nazario Sauro
Coordinate44°53′12.2″N 11°03′56.52″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1595
Ricostruzione1790
1927-1930
StileNovecento italiano
UsoGalleria commerciale
Realizzazione
ArchitettoMario Guerzoni

La Galleria del Popolo, originariamente chiamata Galleria Gallini e Carpigiani, è una galleria commerciale situata a Mirandola, in provincia di Modena.

La galleria coperta, inaugurata nel 1930, venne realizzata modificando l'antico edificio che ospitò il Monte di Pietà, istituito nel 1495 dall'Ordine dei frati minori francescani.

Storia

Il palazzo che fu già sede del Monte di Pietà,[1] poi Monte di Credito su Pegno, venne costruito nel 1595 e poi ricostruito nel 1790.[2] Agli inizi del XX secolo la Congregazione di Carità che ancora gestiva il Monte di Pietà affittò alcuni locali alla neocostituita Banca popolare, ad un calzaturificio, alla Cooperativa Tipografica, una cappelleria, una salumeria e un fornaio (che attingeva l'acqua da un pozzo situato al centro del cortile interno).[3] All'epoca il palazzo di tre piani occupava una superficie di 717,50 m², di cui 101,25 m² del cortile interno.[3]

Interno della galleria

Negli anni 1920 vennero realizzati alcuni lavori di sistemazione, mentre nel 1927 fu deciso di trasformare il palazzo in una "Galleria del Commercio", per mettere in comunicazione piazza Montanara (attuale piazza Giuseppe Mazzini) con la trafficata via Fenice (via Giovanni Pico). Il progetto venne affidato all'architetto mirandolese Mario Guerzoni, autore anche del vicino Palazzo della Milizia.[4]

La parte centrale del palazzo venne perciò demolita fino al tetto (sostituito da lastre di vetro), ricavando una strada coperta e illuminata di sera larga sette metri per ospitare 12 negozi. Il piano superiore venne invece destinato ad uffici, studi professionali e alla sede del Partito Nazionale Fascista.[3] I lavori vengono conclusi il 26 agosto 1929, mentre si procede al collaudo il 10 marzo 1930.[3]

Inizialmente l'edificio rinnovato venne denominato "Galleria Carpigiani e Gallini",[3] a ricordo dei fascisti Umberto Carpigiani e Gioacchino Gallini (segretario politico del Fascio di Mirandola) uccisi a Modena il 26 settembre 1921 in uno scontro a fuoco con la Guardia Regia, il cui comandante Guido Cammeo era stato schiaffeggiato dagli squadristi per non essersi tolto il cappello davanti al gagliardetto fascista.[5][6]

Dal 1930 al 1960 il palazzo ospitò al primo piano nord la Pretura di Mirandola, poi trasferita in via Cesare Battisti; nel 1934 venne collocato l'ufficio postale. All'interno della galleria vi era anche il negozio di alimentari gestito da Ariella Benatti, che aveva l'incarico di predisporre le tessere annonarie comunali per ottenere i viveri previsti dal razionamento imposto dalla guerra; per tale motivo riuscì ad aiutare gli ebrei nascosti a Mirandola, trasportando i generi alimentari nel doppio fondo della carrozzina del figlio Giovanni e falsificando i documenti per i viaggi clandestini verso la Svizzera organizzati da don Dante Sala e Silvio Borghi.[7]

Piazza Montanari (oggi piazza Mazzini) negli anni 1930

Il 23 aprile 1945 vi fu uno scontro a fuoco all'imbocco ovest della galleria del Popolo: il partigiano mirandolese Erminio Ori e il partigiano tedesco Hans Koëpling, entrambi appartenenti alla 14ª Brigata "Remo" della IIa Divisione "Modena Pianura" si incrociarono di notte e si uccisero a vicenda scambiandosi per nemici; in loro memoria è stata collocata una targa[8] Alla fine della seconda guerra mondiale, il 6 ottobre 1945 il fabbricato venne ridenominato "Galleria del Popolo".[9]

Nel 1967 la Galleria del Popolo venne dichiarata inabitabile e chiusa al transito per tutelare l'incolumità pubblica, e rimase in stato di abbandono per circa 15 anni.

Il 3 maggio 1982 iniziarono i lavori di restauro e consolidamento, affidati all'ingnere Giuseppe Bonini e alla Cooperativa Muratori del Comprensorio di Mirandola. Durante i lavori venne scoperto nel sottotetto un rifugio utilizzato durante la seconda guerra mondiale.[3] La galleria del popolo venne riaperta al pubblico nel 1984. Fino agli anni 2000 ha ospitato al piano terra numerose mostre d'arte organizzate dall'amministrazione comunale.

Note

  1. ^ Mauro Carboni, Maria Giuseppina Muzzarelli e Vera Zamagni, Sacri recinti del credito: sedi e storie dei Monti di pietà in Emilia-Romagna, Marsilio, 2005, ISBN 88-317-8719-5, SBN UBO2732619.
  2. ^ Vilmo Cappi, La Mirandola: storia urbanistica di una città, Mirandola, Cassa di risparmio di Mirandola, 1973, p. 97, SBN SBL0455018.
  3. ^ a b c d e f La Galleria del Popolo di Mirandola, su Al Barnardon, 22 aprile 2015. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato il 3 aprile 2018).
  4. ^ Alberto Barbieri, Mario Guerzoni, in A regola d'arte: pittori, scultori, architetti, fotografi, scenografi, ceramisti, galleristi, critici e storici d'arte nel modenese dell'Ottocento e del Novecento, Mucchi Editore, 2008, p. 143. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato il 4 aprile 2018).
  5. ^ Emma Moriconi, Sangue fascista sulle strade di Modena, in Il Giornale d'Italia, 26 settembre 2014. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato il 3 aprile 2018).
  6. ^ A Modena uccisi 8 squadristi, su cinquantamila.it, 26 settembre 1921. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato il 4 aprile 2018).
  7. ^ Carta dei luoghi della Resistenza mirandolese 1943-1945, Istituto storico di Modena, Università degli studi di Modena e Reggio milia, Comune di Mirandola.
  8. ^ Galleria del Popolo Hans Koepling e Erminio Ori, su Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. URL consultato il 4 marzo 2018 (archiviato il 3 aprile 2018).
  9. ^ Mauro Calzolari, Toponomastica storica del comune di Mirandola: il territorio e la città, a cura di La nostra Mirandola, San Felice sul Panaro, Gruppo Studi Bassa Modenese, 2008, p. 277, SBN MOD1471872.

Bibliografia

  • Vilmo Cappi e Vittorio Comini, La Galleria del Popolo di Mirandola, Mirandola, Cassa di Risparmio di Mirandola, 1984, SBN MOD0269894.

Voci correlate

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