Linneo nel 1753 nel creare il nome generico di queste piante ha pensato indubbiamente alla forma di “elmo” del labbro superiore della corolla.[2]Galeopsis è un antico nome greco/latino (derivato da "galea" = casco) già usato da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per qualche pianta simile alle ortiche.[3][4] L'epiteto specifico (segetum) indica l'habitat abituale di questa specie: i campi di grano e di mais (cresce in preferenza fra le colture).[5][6]
Il nome scientifico della specie stato definito per la prima volta dal botanico e fisico belga Noel Martin Joseph de Necker (1730 - 1793) nella pubblicazione "Historia et Commentationes Academiae Electoralis Scientiarum et Elegantiorum Litterarum Theodoro-Palatinae. Mannheim - 2: 474 (1770)" del 1770.[7]
Descrizione
Questa specie di piante può raggiungere i 10 – 30 cm di altezza. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12]
La parte aerea del fusto è eretta e ricoperta, soprattutto nella zona alta, da peli crespi e peli ghiandolari (non rigidi). La sezione è più o meno tetragona (o sub-cilindrica) a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. Il fusto non è ingrossato ai nodi.
Foglie
Le foglie sono disposte in modo opposto a verticilli alterni. La lamina ha delle forme ovato-lanceolate con base cuneata, consistenza molle e superficie pubescente. I bordi sono percorsi da 3 - 9 denti ottusi per lato. Le nervature sono prominenti. Dimensione delle foglie: larghezza 0,5 – 2 cm; lunghezza 2 – 4 cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da alcuni fiori disposti in verticillastri all'ascella delle foglie superiori, ed è sorretta da brattee molto simili alle foglie vere e proprie. Le brattee del verticillo superiore sono disposte in modo opposto.
Formula fiorale. Per questa specie la formula fiorale della famiglia è la seguente:[9][11]
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, drupa (4 nucole)
Calice: il calicegamosepalo e sub-attinomorfo è strettamente campanulato a 10 nervi con 5 denti acuti lunghi più o meno uguali. Il calice è sericeo-tomentoso. Dimensione del tubo calicino: 6 – 7 mm; lunghezza dei denti 3 mm.
Corolla: la corollazigomorfa e gamopetala è a forma tubolare; i 4[12]/5 petali sono completamente fusi nella tipica forma bilabiata di questa famiglia. All'apice la corolla si allarga per dare spazio a due labbra. I labbro superiore ha il margine intero e la forma ricorda quella di un elmo. Il labbro inferiore è trilobo: quello centrale è bifido e più grande; i due lobi laterali più piccoli sporgono all'esterno in modo patente. Il colore della corolla è giallo pallido (a volte è screziata di violetto). Le fauci della corolla sono prive dell'anello di peli presente invece in altri generi della famiglia delle Lamiaceae. Dimensione della corolla: 20 – 30 mm.
Androceo: l'androceo possiede quattro stamididinami e sporgenti dalla corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte. La deiscenza è longitudinale per due valve. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l'ovario (tetraloculare) è supero formato da 2 carpelli saldati (ovario bicarpellare). Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), ha lo stigma bifido.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i campi (le colture di grano e mais), le ghiaie e le aree ruderali. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[14]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Galeopsis segetum appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
Formazione: comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni.
Classe: Adiantetea
Ordine: Galeopsietalia
Alleanza: Galeopsion segetum
Tassonomia
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genereGaleopsis si compone di qualche decina di specie, otto delle quali vivono in Italia. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia è chiamata Labiatae.
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Dalanum segetum (Neck.) Dostál
Galeopsis cannabina (L.) Pollich
Galeopsis conillii Sennen
Galeopsis dubia Leers
Galeopsis elegans Boreau
Galeopsis grandiflora Roth
Galeopsis ochroleuca Lam.
Galeopsis segetum var. aranensis O.Bolòs & Vigo
Galeopsis segetum f. glabra J.Duvign.
Galeopsis tetrahit var. cannabina L.
Galeopsis villosa Huds.
Ladanella segetum (Neck.) Pouzar & Slavíková
Ladanum dubium (Leers) Kuntze
Ladanum luteum Gilib.
Ladanum ochroleucum (Lam.) Slavíková
Tetrahit longiflorum Moench
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:[16]
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 98, ISBN88-7621-458-5.
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 221.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 26 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).