Furio Alpino (I secolo a.C. – I secolo a.C.) è stato un poeta romano.
Biografia e opere
Alpino scrisse una tragedia intitolata Memnone ad imitazione di quella di Eschilo incentrata sulla figura di Memnone re di Persia e d'Etiopia[1]. Lo stile di tale opera apparve ad Orazio così retoricamente gonfio che disse che Memnone era morto per le mani del poeta senza aspettare il colpo di Achille e per questo lo chiama turgidus Alpinus[2].
Alpino era anche autore di un poema eroico sulla guerra di Germania, o Pragmatia belli Gallici sulle guerre di Cesare in Gallia[3], in cui appare una descrizione del Reno considerata talmente ridicola che il fiume non è riconoscibile[1].
È dubbio se sia anche da identificare col coevo poeta romano Marco Furio Bibaculo, autore secondo Plinio il Vecchio di un'opera in prosa, Lucubrationes ("Veglie")[4], e anch'egli di un poema epico sulla guerra gallica di Cesare, gli Annales, di cui restano però pochissimi frammenti.
Note
- ^ a b F.S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. I, Napoli, dalla tipografia di Nicola Vanspandoch e C., 1841, p. 32.
- ^ Orazio, Satire, I 10, 36-37, II 5, 40-41.
- ^ Fùrio Alpino, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 1º ottobre 2018.
- ^ Plinio il Vecchio, NH, I, 19.
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