Franco Tretter (Cles, 14 agosto 1944) è un politico italiano, presidente del Partito Autonomista Trentino Tirolese per 11 anni (1988 - 1997) e del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige per due mandati (1989-1991 e 1993-1996).
Biografia
È nato a Cles ma risiede a Tuenno, dove è stato anche presidente della Cassa rurale.[1]
Nel 1978 è stato eletto consigliere provinciale con il Partito Popolare Trentino Tirolese per l'Unione Europea.[2] È stato rieletto nel 1983 con l'Unione Autonomisti Trentini Tirolesi.[3]
Nel 1988 è stato garante e co-presidente dell'appena nato Partito Autonomista Trentino Tirolese insieme ad Enrico Pruner.[4] Il partito era frutto della riunione dei due partiti autonomistici guidati dai due politici, "nel tentativo di consolidarsi come secondo partito."[5]
È stato presidente del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige nella X Legislatura dal 13 aprile 1989 al 12 giugno 1991, poi vicepresidente fino al 2 dicembre 1993. Nella XI Legislatura è stato presidente dal 13 dicembre 1993 al 12 giugno 1996 e poi vicepresidente fino al 16 dicembre 1998.[6]
Nel settembre 1998 è stato fermato a Lubiana in Slovenia per eccesso di velocità. A seguito di una discussione è stato anche brevemente arrestato.[7]
Il furto dell'orologio
Il 17 dicembre 1998, Franco Tretter avrebbe dovuto assumere nuovamente la carica di presidente del consiglio regionale[1], ma il giorno precedente è stato arrestato in flagranza di reato per aver rubato un orologio a Rovereto.[8][9] In seguito sono emersi furti precedenti di altri orologi.[1][10] È stato condannato dal tribunale di Rovereto a un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena e 500.000 lire di multa, oltre a 5 milioni di lire quale risarcimento al gioielliere.[11] Il 14 maggio 2003 la Corte di cassazione lo ha condannato in via definitiva a un anno e otto mesi, ma ha mantenuto la carica perché non è stata data la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici.[10][12]
L'accusa di peculato
Nel 2001 è stato condannato a un anno e sei mesi dal tribunale di Trento con l'accusa di peculato per aver usato i finanziamenti del gruppo consiliare allo scopo di acquistare vestiario personale, consistente in quattro abiti, tre camicie e quattro cravatte.[12][13] Di conseguenza il 6 dicembre 2001 è stato sospeso dalla carica di consigliere regionale con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, sulla base dell'articolo 15 (poi abrogato) della legge 19 marzo 1990, n. 55.[14] Nel 2003 è stato assolto dalla Cassazione ed è stato quindi reintegrato l'11 maggio.[12][15]
A partire dal 1998 in consiglio provinciale non ha più fatto parte del gruppo del PATT ma del gruppo misto.[15] In seguito si è avvicinato alla Lega Nord.[16]
Note
- ^ a b c Marisa Fumagalli, Tretter, altri orologi sospetti, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 18 dicembre 1998. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2013).
- ^ Consiglio PAT - Ottava legislatura, su consiglio.provincia.tn.it. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2007).
- ^ Consiglio PAT - Nona legislatura, su consiglio.provincia.tn.it. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2013).
- ^ Franco Panizza, Autonomisti in Trentino - Una tradizione che apre al futuro (PDF), in PATT, 2007, p. 28. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
- ^ Antonio Del Giudice, Tra CL e cattocomunisti Trento si scopre verde, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 20 novembre 1988. URL consultato il 28 aprile 2008.
- ^ Uffici di Presidenza del Consiglio Regionale del Trentino-Alto Adige dal 13 dicembre 1948 ad oggi, su regione.taa.it, Regione Trentino-Alto Adige. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2004).
- ^ Arrestato politico italiano a Lubiana per eccesso di velocità sulla strada, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 6 settembre 1998. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2015).
- ^ Toni Visentini, Vicepresidente trentino ruba un orologio, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 17 dicembre 1998. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2015).
- ^ Vicepresidente del Trentino ruba un orologio, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 17 dicembre 1998. URL consultato il 28 aprile 2008.
- ^ a b Stefano Parolari, Franco Tretter tradito da un orologio - Ascesa e caduta di un potentissimo [collegamento interrotto], su ladige.it, l'Adige, 26 marzo 2007. URL consultato il 28 aprile 2008.
- ^ Furto di orologio, politico condannato, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 23 dicembre 1998. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2015).
- ^ a b c Antonello Caporale, Trentino, la strana guerra al consigliere ladro d'orologio, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 8 giugno 2003. URL consultato il 28 aprile 2008.
- ^ Tretter condannato a 1 anno e mezzo per peculato, su vb33.it, Video Bolzano 33, 25 settembre 2001. URL consultato il 1º maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
- ^ Oskar Peterlini, Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01354, su senato.it, Senato della Repubblica, 5 febbraio 2002. URL consultato il 1º maggio 2008.
- ^ a b Consiglio PAT - Dodicesima legislatura, su consiglio.provincia.tn.it. URL consultato il 30 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2008).
- ^ Gianpaolo Tessari, Tretter con la Lega: «Autonomisti, il futuro è qui», su ricerca.quotidianiespresso.it, Trentino, 31 ottobre 2005. URL consultato il 7 maggio 2009.
Collegamenti esterni
- Ettore Paris, La fine di un boss, su questotrentino.it, Questotrentino, 9 gennaio 1999. URL consultato il 28 aprile 2008.