Secondo una vita risalente alla prima metà del Cinquecento e redatta dal carmelitano inglese Giovanni Bale, nacque verso la fine del Duecento a Grotti, nel Senese, da una nobile famiglia: i genitori si chiamavano Matteo e Dorotea. Intraprese la carriera delle armi e trascorse la gioventù in dissolutezza. Rimasto cieco, fece voto di recarsi in pellegrinaggio a Compostella se avesse riacquistato la vista: guarito, si recò in pellegrinaggio a Compostella, poi a Roma e a Bari; a Siena ascoltò la predicazione di Ambrogio Sansedoni e decise di ritirarsi a vita eremitica; dopo cinque anni, divenne frate converso carmelitano, ma continuò a condurre una vita di ritiro in una cella isolata.[1]
Nel 1590 dal domenicano Gregorio Lombardelli pubblicò una nuova vita del religioso, con numerose aggiunte e variazioni. È Lombardelli ad attribuirgli il cognome Lippi e a far risalire la sua cecità a alla punizione divina per aver puntato i suoi occhi al gioco d'azzardo.[1]
Il culto
Sia Cremona (luogo di sepoltura indicato da Giovanni Bale) che Siena (indicata da Gregorio Lombardelli) conservano la reliquia del cranio del beato. A Siena si conservano anche i suoi strumenti di penitenza.[2]
Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.