Dal 1935 al 1938 fu istruttore della Scuola militare centrale di alpinismo, fondata nel 1934 che avrebbe preparato una squadra militare per partecipare ai IV Giochi olimpici invernali di Garmisch-Partenkirchen 1936[5]. Nel 1936 vinse con la squadra della Scuola di Aosta il IV trofeo Mezzalama, una fra le più dure e prestigiose gare di sci alpinismo al mondo[1][6], stabilendo il primato della competizione[senza fonte].
Nel febbraio 1936 partecipò con il grado di tenente alle Olimpiadi di Garmisch-Partenkirchen come riserva della squadra di pattuglia militare che vinse la medaglia d'oro[7]. Durante la cerimonia di chiusura fu l'alfiere della rappresentanza nazionale italiana[1][6].
Nel suo libro Storia dello sci racconta fin dagli antefatti la vicenda della vittoria italiana ottenuta nella gara di pattuglia militare, disputata come sport dimostrativo e della quale fu testimone diretto:
«I finlandesi spuntano per primi sul traguardo e chiudono in 2 ore 28' 49". Iniziano minuti di estrema tensione per gli italiani in attesa. Le nostre Fiamme Verdi devono giungere entro i 6 minuti del distacco di partenza. E questo avviene. Sfrecciano sul traguardo in 2 ore 28' 35, con 14 secondi di vantaggio. Lo stupore degli stranieri e l'entusiasmo pazzo degli italiani compongono un quadro indimenticabile»
(Francesco Vida, Storia dello sci)
L'attività come dirigente sportivo militare
Con il capitanoEnrico Silvestri ideò e organizzò nell'estate del 1936 il Nucleo delle pattuglie veloci, che tanta influenza ebbe per lo sviluppo dello sci di fondo in Italia. Classificato nella categoria Azzurri[non chiaro] della FISI per la specialità fondo, fu istruttore di sci, roccia e ghiaccio e vinse numerose gare di fondo; nel 1941 venne nominato giudice nazionale per le gare di fondo e di salto[senza fonte].
Nel dopoguerra fu a capo della delegazione militare italiana ai V Giochi olimpici invernali di Sankt Moritz 1948[senza fonte]. Nello stesso anno ricostituì la Scuola militare alpina di Aosta[1][2][8][9], che comandò dal 1º luglio 1948 al 19 novembre 1949[10]. In seguito continuò la carriera militare, fino ad essere promosso al grado di generale[8][11].
Dal 1960 al 1969 fece parte della commissione prove nordiche della FISI e, al contempo, fu chiamato a riorganizzare e potenziare l'attività sportiva dell'Associazione Nazionale Alpini[senza fonte] (della quale negli anni sessanta fu segretario nazionale generale[12]) ed a costituire lo Sci Club Alpini d'Italia[senza fonte]. Nello stesso periodo (dal novembre 1960 al marzo 1969) fu direttore de L'Alpino[13]. È stato anche autore di Storia dello sci (1976), considerata il più completo studio storico sullo sci azzurro dalle origini fino all'anno di edizione[14], con allegato albo d'oro completo degli atleti italiani[senza fonte].