Commissione d'accusa dell'Alta Corte di giustizia (6 marzo 1917-29 settembre 1919), Commissione per l'esame del disegno di legge "Capacità giuridica delle donne" (10 marzo 1919)
Figlio di Michele ed Eufrosina Scamolla Guelfi, dopo aver studiato all'Università di Napoli vi si laureò in giurisprudenza nel 1869[1], dedicandosi quindi all'insegnamento che iniziò presso l'Università di Roma[1] nel 1873 dove divenne professore emerito, al compimento dei 75 anni, quando dovette lasciare l'insegnamento[1].
Oltre che all'attività accademica si dedicò alla scrittura di testi giuridici spaziando sia nel campo del diritto civile che in quello penale. La sua opera più rappresentativa fu l'Enciclopedia giuridica[1].
Scrisse in diverse riviste di diritto ed entrò a far parte dei consessi più importanti della nazione. Fra questi fu membro della Società reale di Napoli nel 1902 e quindi dell'Accademia dei Lincei nel 1906[1].
A seguito della fama acquisita venne nominato senatore del Regno d'Italia il 26 gennaio 1910[1]. In proposito, fu sostenuto che essendo un “tecnico del diritto non fu mai, però, un vero politico, ché i suoi interessi intellettuali e la sua
vocazione culturale erano soltanto di natura scientifica”[3].
Il comune dell'Aquila gli ha intitolato una strada (nel quartiere Santa Giusta), così come i comuni di Pescara e di Roma.
^E. Capuzzo, Francesco Filomusi Guelfi, in Il Parlamento Italiano. 1861-
1988, vol. VIII, 1909-1914. Da Giolitti a Salandra. La Libia e l’interventismo, Milano, 1990, p. 333 ss.