Si addottorò in utroque iure nel 1598 cominciando l'attività forense agli inizi del secolo successivo. Contemporaneamente proseguì negli studi umanistici grazie ai quali entrò in contatto con importanti intellettuali dell'epoca come Paolo Beni ed Alberico Cibo Malaspina.[1] Fece parte dell'Accademia degli Oziosi scegliendo Impedito come nome accademico.[2]
Attraverso le sue opere giuridiche e storiche si schierò a favore dell'affermazione dei ceti borghesi emergenti mostrando la necessità di un profondo rinnovamento nelle classi che gestivano il potere, ancora saldamente in mano all'aristocrazia feudale.[3] Grazie a questa posizione le sue riflessioni sono considerate essenziali alla preparazione degli eventi che portarono nel 1647 alla rivoluzione e alla costituzione della Repubblica Napoletana.[1]
^ Francesco De Pietri e Ferrante della Marra, Cronologia della famiglia Caracciolo, 2ª ed., Napoli, Stamperia Simoniana, 1803. URL consultato il 20 settembre 2017.