Francesco Carnelutti fu uno dei più eminenti avvocati e giuristi italiani. Nato a Udine nel 1879, dopo gli studi classici a Treviso, conseguì la laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Padova, con una tesi di Diritto civile a soli 21 anni (1900) con Vittorio Polacco, uno dei più grandi Avvocati civilisti dell'epoca. La sua tesi di diritto era: "Universitates facti et iuris" rivolta alle sfumature della teoria del diritto. Divenne procuratore legale nel 1901, iniziando l'esercizio della professione a soli 22 anni. Conseguita nel 1905 la libera docenza di diritto commerciale all'Università degli Studi di Padova, successivamente insegnò diritto industriale all'Università Bocconi di Milano (1909-1912) e diritto commerciale all'Università degli Studi di Catania (1912-15). Nel 1915 vinse il concorso a ordinario di diritto processuale civile, materia che insegnò alla facoltà di giurisprudenza dell'Università degli Studi di Padova (1915-35) e alla medesima facoltà della Statale di Milano (1935-43). Dopo l'8 settembre 1943 si rifugiò in Svizzera. Rientrato in Italia dopo la Liberazione, fu chiamato alla facoltà di giurisprudenza dell'Sapienza di Roma (1947-49), dove tenne fino al collocamento fuori ruolo la cattedra di procedura penale. Nel 1924 ha fondato e diretto la Rivista di diritto processuale civile.
Prese parte ai lavori preparatori del Codice di procedura civile del 1940, influendo soprattutto nella parte relativa al processo di esecuzione, e alcuni suoi concetti in materia di prova legale furono interamente ripresi nel libro VI del codice civile del 1942. In precedenza, in qualità di membro della Commissione reale per la riforma dei codici naveva redatto un progetto di codice di procedura civile. Nel 1926 il testo fu presentato al guardasigilli Alfredo Rocco, che ne curò personalmente la revisione, tuttavia il suo successore, Pietro De Francisci, non ne volle tener conto. Né ebbe miglior sorte un progetto di codice di procedura penale da lui allestito nel 1962 su incarico del ministro della Giustizia.
La sua ricerca ha spaziato in molteplici campi del diritto. Nel 1975, a Udine è stata fondata la Fondazione Forense Francesco Carnelutti, costituita dai Consigli degli Ordini di Udine, Trieste, Gorizia e Tolmezzo, che ha lo scopo di aiutare la crescita della cultura forense e giudiziaria e di fornire agli avvocati un servizio di aggiornamento nei diversi settori forensi e dell'attività giudiziaria.
Tra le sue idee che hanno maggiormente segnato il diritto moderno, e ricordate da generazioni di studenti fino ad oggi, sono le celebri coppie carneluttiane relative a tutte le possibili figure del rapporto giuridico, di cui si parla nella Teoria generale del diritto del 1951 (ad esempio, diritto soggettivo/obbligo; potere o diritto potestativo/soggezione; potere/dovere; facoltà/onere; facoltà/obbligo; interesse legittimo/obbligo; interesse legittimo/soggezione). Carnelutti fu il primo ad argomentare che le situazioni soggettive non vengono a formare combinazioni fisse di elementi simmetrici, perché mentre al potere (o potestà) e al diritto soggettivo corrisponderebbe sempre, dal lato passivo del rapporto, la soggezione, invece alla facoltà potrebbero corrispondere dal lato passivo ora l'obbligo ora l'onere. Dopo l'intuizione di Carnelutti, tutta la dottrina ha proseguito sulla medesima strada, aprendo il rapporto alla pluralità di correlazioni tra situazioni giuridiche.
Carnelutti fu assertore già dal 1935 della teoria della "Clinica del diritto" (suo intervento sulle pagine della "Rivista di diritto processuale civile") nel quale era presente l'aspetto di adattare il metodo della clinica medica alla struttura del diritto.[4][5]
Elio Fazzalari, Francesco Carnelutti a trent'anni dalla scomparsa, Atti del Convegno di studi, Udine, 18 novembre 1995.
Gianluca Tracuzzi (a cura di), Bibliografia di Francesco Carnelutti: work in progress, in Francesco Carnelutti, Il canto del grillo (1955), a cura di Gian Pietro Calabrò, Cedam, Padova, 2014.
Gianluca Tracuzzi, Mio "padre" Francesco. Approccio introduttivo, in Francesco Carnelutti, Il canto del grillo, a cura di Gian Pietro Calabrò, Cedam, Padova, 2014.
Gianluca Tracuzzi, Il concetto di pena nel pensiero di Francesco Carnelutti, in "La giustizia penale", volume VI, La giustizia penale editore, Roma, 2014, pp. 183-192.
Francesco Carnelutti, La guerra e la pace (1945), a cura di Gianluca Tracuzzi, prefazione di Alessandro Carnelutti, Giappichelli, Torino, 2014.
Per Francesco Carnelutti. A cinquant'anni dalla scomparsa, a cura di Gianluca Tracuzzi, Cedam, Padova, 2015.
Gianluca Tracuzzi, Dell’insufficienza della ragione. Un itinerario carneluttiano, in AA. VV., Scritti in onore di Vito Rizzo. Persona, mercato, contratto e rapporti di consumo, a cura di E. Caterini, L. Di Nella, A. Flamini, L. Mezzasoma, S. Polidori, vol. II, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2017, pp. 2205-2218.
Gianluca Tracuzzi, Teoria generale del diritto, filosofia e fede nel pensiero di Francesco Carnelutti, in "Rivista di diritto processuale", nnº 4-5, Cedam, Padova, 2018, pp. 1154-1176.
La filosofia del diritto di Francesco Carnelutti, a cura di Gianluca Tracuzzi, Cedam, Padova, 2019.
A.A.V.V., Il pensiero metagiuridico di Francesco Carnelutti, in L'Ircocervo, a cura di G.P. Calabro' e G. Tracuzzi, in https://lircocervo.it/