Dal 1686 al 1695 fu cantore alla corte di Parma collaborando con il compositore Giuseppe Corsi. Successivamente fu maestro di cappella per il marchese di Ansbach, e poi a Vienna. Dopo il 1700 tornò a Bologna, dove fondò una scuola di canto che ebbe larga fama. Nel 1702Ferdinando de' Medici lo nominò virtuoso di camera e di cappella. Fu autore di interessanti opere teatrali, rappresentate anche all'estero, e oratori; ha lasciato anche musica sacra, arie e cantate.
Opere teatrali
Il Leandro, dramma per musica su libretto di Camillo Badovero (Venezia, Teatro alle Zattere, 5 maggio 1679, poi Venezia, Teatro San Moisè, 1682, con il titolo Gli amori fatali)
Il Narciso, pastorale per musica su libretto di Apostolo Zeno (Ansbach, Hoftheater, marzo 1697)
Le pazzie d'amore e dell'interesse, idea drammatica per musica su libretto del compositore (Ansbach, 16 giugno 1699)
Le risa di Democrito, trattenimento per musica su libretto di Nicolò Minato (Vienna, 17 febbraio 1700)
La pace tra l'armi, serenata su libretto del compositore (Ansbach, 5 settembre 1700)
Galliano Ciliberti (a cura di), «E nostra guida sia la Stravaganza». Giuseppe Corsi da Celano musicista del Seicento, con contributi di Paolo Peretti e di Mafalda Baccaro, Bari, Florestano Edizioni, 2014, pp. 272 (online[collegamento interrotto]).