Le foreste miste di conifere e decidue dell'Anatolia sono un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA1202), situata nell'ovest della Turchia[1].
Questa ecoregione è situata nella parte interna della Regione dell'Egeo nella Turchia occidentale. Come per molte altre regioni, le sue caratteristiche biogeografiche variano sia da ovest ad est che da nord a sud. La vegetazione qui passa da quella tipica della macchia mediterranea di sclerofille nel sud a quella delle foreste di latifoglie decidue di tipo europeo-siberiano nel nord. Da ovest ad est si fa sempre più marcata la presenza di specie irano-turaniche. Dal momento che le specie di origine europeo-siberiana tendono a prevalere nella Regione del Mar Nero e quelle di origine irano-turanica dominano sull'adiacente altopiano centrale posto ad est, questa ecoregione può essere considerata una zona di transizione tra queste distinte regioni dell'Anatolia.
Si tratta di un'ecoregione relativamente montuosa, situata tra le pianure costiere dell'Egeo e l'altopiano anatolico nel centro del paese. Come in altre ecoregioni dell'Anatolia, anche questa presenta confini delineati dalle catene montuose; qui le montagne hanno un'altezza media di 1500 m. La vetta più elevata è l'Uludağ con i suoi 2543 m. L'allineamento di alcune altre catene montuose delimita l'estensione dell'ecoregione: i monti Sündiken (1786 m) ne delimitano il confine a nord-est, i monti Afyon (1992 m) ne segnano il confine orientale e i monti Aydın (1831 m), Boz (2159 m), Simav (1,800 m) e Umurlar (1,314 m), così come il massiccio del Monte Ida (1774 m), quello occidentale.
In questa ecoregione domina il clima mediterraneo, ma i suoi aspetti variano enormemente da ovest ad est, soprattutto a causa dell'effetto del clima continentale che prevale nel bacino centrale dell'Anatolia. Nelle zone più settentrionali gli inverni sono più freddi e le precipitazioni si fanno più scarse. In tutta la regione cadono ogni anno, a seconda della zona, tra i 400 e i 600 mm di pioggia[1].
Flora
Le foreste di questa ecoregione sono pesantemente degradate, e molte sono state rimpiazzate con oliveti, piantagioni di pioppi e altre forme di agricoltura intensiva. Nelle zone montuose più incontaminate della catena del monte Uludağ, i pini neri (Pinus nigra) dominano alle altitudini inferiori, faggi (Fagus spp.) e abeti (Abies spp.) crescono ad altitudini medie, mentre nelle aree più elevate si sviluppano boscaglie di tipo alpino, brughiere di ginepri (Juniperus spp.) e pascoli. Nella parte settentrionale dell'ecoregione, dove essa raggiunge il mar di Marmara, sono presenti laghi costieri, paludi e foreste umide. La vegetazione di questa zona comprende canneti di cannucce di palude (Phragmites spp.), estese foreste alluvionali di frassini (Fraxinus spp.), ontani (Alnus spp.) e salici (Salix spp.) e un'ampia striscia di dune. In questa regione costiera, inoltre, vi sono vaste distese di fango dove crescono salicornie (Salicornia spp.) e tamerici (Tamarix)[1].
L'uomo ha occupato questa regione fin dall'antichità, e durante questo lungo periodo di tempo ha fatto sentire il suo impatto negativo sulle foreste e la fauna selvatica. Perfino nelle aree protette la popolazione continua a costituire una minaccia per la flora e la fauna. In questa ecoregione si trovano quattro parchi nazionali, quelli di Manyas, dell'Uludağ, del Kazdağı e di Troia (di importanza storica). Vi sono inoltre altre quattro riserve rigorosamente naturali, quelle di Kaşalıç, Gürgendağı, Vakıf Çamlığı e Darıdere[1].