La Foresta rossa (in ucrainoРудий ліс?, Rudyj lis; in bielorussoРуды лес?, Rudy les; in russoРыжий лес?, Ryžij les) era una pineta di circa 10 km² situata nell'area compresa in un raggio di 10 km dalla centrale nucleare di Černobyl', in Ucraina, che in seguito al disastro nucleare del 26 aprile 1986, subì una ricaduta radioattiva fino a 4,81 GBq/m²[1] che la fece dapprima virare verso il colore rosso e quindi morire. Vicine foreste di betulle e di pioppi tuttavia restarono verdi e sopravvissero[2][3].
Nelle settimane e mesi successivi al disastro, in aree adiacenti, alcuni animali come una mandria di cavalli lasciati su un'isola del fiume Pripyat a 6 km dalla centrale, morirono per danni alla tiroide dopo aver assorbito 150-200 Sv[5]. Su una mandria di bovini lasciata sulla stessa isola si osservò uno sviluppo ritardato. Tuttavia, la generazione successiva risultò del tutto normale.
Posizione della Foresta rossa
Gli anni successivi
Negli anni successivi, col calare del livello delle radiazioni, la situazione è tuttavia cambiata. Studi scientifici[6] così come documentari naturalistici[7][8] e articoli[9] mostrano come l'ecosistema si sia sostanzialmente ben ripreso e sia anzi diventato un'oasi ecologica. L'evacuazione della zona in un raggio di 30 km ha in effetti generato un rifugio unico per la fauna selvatica. La biodiversità in questa area è aumentata in seguito all'assenza di ogni attività umana[10].
Molte specie di animali selvatici e uccelli che non erano mai state viste precedentemente sono ora riapparse nella zona di evacuazione. Fra queste si citano l'alce, il capriolo, il cinghiale russo, la volpe, la lince, la lontra e la lepre[6][11]. Fra i grandi predatori il lupo è ritornato ben presente nella zona di esclusione e sono state persino viste impronte di orso[8]. Fra gli uccelli l'aquila dalla coda bianca[12], il gufo reale e la cicogna nera hanno ripopolato la zona e nel documentario della BBC della serie Horizon, del 1996, si vedono piccioni, storni e rondini volare dentro e fuori dal sarcofago dove hanno posto il loro nido. Anche la biodiversità della flora è impressionante. La ragione di questa ripresa della natura è legata all'assenza di ogni attività umana con tutte le sue implicazioni (industrializzazione, inquinamento, agricoltura, pesticidi).
Oggi
Oggi, i livelli di radioattività hanno raggiunto l'1 röntgen all'ora, anche se, livelli più bassi (1 milliröntgen all'ora) sono comuni in diverse zone. Circa il 90% della radioattività presente nella foresta è concentrato nel suolo.[13] L'area rimane a tutt'oggi nella zona di alienazione presentando una radioattività di 2 microSv per ora[14], equivalenti a poco meno di 18 mSv per anno. La Bielorussia ha istituito sull'area di esclusione di sua pertinenza una riserva naturale[2].
Note
^Rapporto degli scienziati sovietici convenuti alla prima conferenza internazionale sugli aspetti radiologici e biologici dell'incidente di Černobyl', settembre 1990.
^Back to wild PDFArchiviato il 15 aprile 2007 in Internet Archive. Sarebbe tuttavia da verificare esattamente quante radiazioni in PBq hanno rilasciato i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
^The International Chernobyl Project Technical Report, IAEA, Vienna, 1991.