Comprende circa 5300 volumi, di cui circa 40 antichi, e 74 faldoni di carte che documentano la pluralità di interessi storiografici coltivati dello studioso.
Storia
Il fondo, identificato dall'ex libris con il nome del donatore, a metà degli anni Novanta è stato destinato da Mario Bendiscioli ancora in vita all'Università di Pavia: la donazione, non ufficialmente documentata e acquisita a più riprese dal Dipartimento di Storia moderna e contemporanea[1], documenta sostanzialmente l'ampio spettro degli interessi coltivati dello studioso, che fu docente di Storia moderna e contemporanea e di Storia della Chiesa nelle Università di Milano, Salerno e, tra il 1958 e il 1973, Pavia[2].
Il Fondo comprende opere sulla storia del cristianesimo, sul rapporto tra coscienza religiosa e democrazia in Italia, sulle relazioni tra Stato e Chiesa nel regime fascista, sui legami tra Resistenza e antifascismo di matrice cattolica, sul mondo della scuola e la ricostruzione del secondo dopoguerra e sulla storiografia del fascismo e del nazismo.
Di particolare rilievo, in quest'ambito, il nucleo di opere tedesche che illustrano, in modo pressoché esclusivo, movimenti, personaggi-chiave e vicende dell'opposizione cattolica al nazismo nella Germania anni Trenta, edite a volte in forma semiclandestina[3].
Una parte cospicua del Fondo è costituita dalle opere di cui Bendiscioli è stato autore o a cui ha collaborato a vario titolo, e dalle sue traduzioni in particolare dal tedesco[4].
Il Fondo comprende anche carteggi e documenti autografi, in parte raccolti in faldoni e buste contrassegnate con il riferimento al volume da cui sono state estrapolate.
Si tratta di documenti che restituiscono la vita e l'opera di Bendiscioli dalla formazione all'insegnamento universitario, ai rapporti privati e politici intessuti con intellettuali e personalità dell'epoca: taccuini di appunti manoscritti e dattiloscritti, bozze di progetti editoriali rimasti incompiuti, ritagli di giornali italiani ed esteri, opuscoli, recensioni, lettere, annotazioni, elenchi di riferimenti bibliografici, elementi significativi perché spesso correlati all'unità bibliografica che li contiene. Lo stesso Bendiscioli, nel 1977, aveva dato una motivazione scientifica a questo suo metodo di lavoro che puntava “all'esplorazione sistematica di giornali, periodici, pubblicazioni rappresentative di posizioni impegnate nel conflitto culturale” e al contatto diretto con gli autori per avere informazioni quanto più complete sui dibattiti contemporanei: a questo proposito, secondo lo studioso un ruolo cruciale era stato giocato da librerie e impiegati di librerie, soprattutto di area germanica, che gli procuravano anche copie di pubblicazioni sequestrate e di scritti che circolavano clandestinamente, poi confluiti nella sua biblioteca personale[5].
Per lo stesso motivo, sia sui volumi che tra i documenti archivistici conservati a Pavia, è frequente il materiale autografo che testimonia le relazioni tra Mario Bendiscioli e noti studiosi contemporanei, da Cesare Angelini a Romano Guardini.
^Università di Pavia, Dipartimento storico-geografico, sezione di Storia moderna e contemporanea, Registro degli ingressi della Biblioteca dal 1991 al 1996. L'inventariazione fu realizzata principalmente in due momenti: dal 19 aprile 1991 al 1 luglio 1993 la prima, e dal 27 giugno al 25 novembre 1996 la seconda.
^ Katia Moruzzi, Cultura e letteratura religiosa tedesca nella biblioteca di Mario Bendiscioli. Tesi di Laurea in Lettere e Filosofia, A. a. 2004-2005, p. 20.
^ P. La Monica, Donazione Mario Bendiscioli, in I fondi speciali delle biblioteche lombarde: censimento descrittivo. A cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Vol. 2: Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese., Milano, Bibliografica, 1998, p. 743.
^ Laura Bernini, Il Fondo librario Bendiscioli, conservato presso la Biblioteca interdipartimentale unificata Plinio Fraccaro. Tesi di laurea in Scienze dei Beni culturali, A. a. 2002-2003.
^ Mario Bendiscioli, Premessa quasi autobiografica, in Mario Bendiscioli, Germania religiosa nel Terzo Reich, 2. edizione, Brescia, Morcelliana, 1977, pp. 5-6.
^ R. Zilioli Faden, Fondo Mario Bendiscioli, in I fondi speciali delle biblioteche lombarde: censimento descrittivo. A cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Vol. 2: Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese, MIlano, Bibliografica, 1998, p. 247.