La Fitzroya cupressoides (cipresso della Patagonia), unica specie del genere Fitzroya, è una conifera propria del Cile e dell'Argentina. Localmente viene chiamato alerce (che in spagnolo indica propriamente il larice) o con la parola India lahuán.
Descrizione
È un albero sempreverde che raggiunge 40–60 m d'altezza (eccezionalmente oltre i 70 m), con diametri fino a 5 m.
Le foglie sono lunghe 3–6 mm e larghe circa 2 mm. I coni sono globosi, piccoli, con diametro di 6–8 mm, e si aprono a maturità; i semi sono lunghi 2–3 mm e alati su entrambi i lati.
Nel 1993 l'analisi di un esemplare cileno ha documentato un'età di 3622 anni[2].
Distribuzione
Il cipresso della Patagonia è proprio della foresta temperata valdiviana, nella Patagonia cilena (e marginalmente argentina), tra le latitudini di 40°S e 43°S, dove forma boschi quasi puri (alerzales) fino a un'elevazione di circa 1500 m s.l.m.[3]
La superficie occupata da questi boschi, originariamente assai più ampia, s'è ridotta a circa 20.000 ha a causa dell'intenso sfruttamento come fonte di legname, tanto che la IUCN considera la Fitzoya specie in pericolo[4]. Dal 1976 il taglio di questi alberi per produrre legname è vietato[5].
Fossili di Fitzroya dell'Oligocene sono stati rinvenuti anche in Tasmania[6].
Note
- ^ (EN) Fitzroya cupressoides, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Lara, A. and R. Villalba. 1993. A 3620-year temperature record from Fitzroya cupressoides tree rings in southern South America. Science 260: 1104-1106 (EN)
- ^ W.W.F. Full Report - Valdivian temperate forests (NT0404)[1] (EN)
- ^ Conifer Specialist Group 2000. Fitzroya cupressoides. In: IUCN 2011. IUCN Red List of Threatened Species. Version 2011.1 [2] (consultato 10.07.2011) (EN)
- ^ Gymnosperm Database - Fitzroya cupressoides Copia archiviata, su biologie.uni-hamburg.de. URL consultato il 10 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2004). (EN)
- ^ R.Paull, R.S.Hill - Early Oligocene Callitris and Fitzroya (Cupressaceae) from Tasmania - American Journal of Botany, 2010 [3][collegamento interrotto] (EN)
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