Tra le sue opere hanno carattere drammatico la Pietà al Museo Capitolare di Pistoia e il Martirio di santo Stefano nella Chiesa dedicata al Santo in Capraia. Inoltre sono da ricordare: San Domenico in penitenza e la Madonna che porge la veste monacale ad una novizia, presso la Sala di Berenice della Galleria Palatina di Firenze
Sempre del primo ventennio del Seicento è l'Assunzione della Vergine nella pieve di Santa Maria Assunta a Lizzano (Pistoia), dove l'accentuazione chiaroscurale e l'incidenza delle luci riportano sempre al modello caravaggesco: Tarchiani fa parte di quei maestri che a partire dagli anni venti del Seicento (fino all'affermazione del Barocco) trassero dal caravaggismo la lezione del "naturale", nobilitandola sulla tradizione del disegno fiorentino.
Nell'ultimo periodo di atticità fu influenzato dallo stile di Matteo Rosselli, con una pittura più ricca di particolari. Sono da ricordare ancora la Gara di Apollo e Pan (Reggio Emilia, Civici Musei, Galleria Parmeggiani) il cui tema è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio e dove è tipica di Tarchiani la scelta della luce radente e di tipo teatrale: "essa si incaglia sul torso di Apollo, filtra tra le dita fino a toccarne il polso, arrotonda la spalla e costruisce la clavicola di Tmolo, accende il palmo della mano di Mida, seziona il braccio del giovane satiro, si riverbera sulla vegetazione." (Pizzorusso, 1986).
Madonna col Bambino tra gli angeli e i santi Pietro, Antonio Abate, Francesco e Zeno di Verona, villa Lisi di Firenze
Bibliografia
C.Pizzorusso, in Nuove letture e acquisizioni dei Civici Musei di Reggio Emilia, Reggio E., 1986.
Luce e ombra. Caravaggismo e naturalismo nella pittura toscana del Seicento, catalogo della mostra, Pontedera (PI), 18 marzo-12 giugno 2005, Felici Editore, Pisa.
Il Seicento Fiorentino, Catalogo e mostra a cura di P. Bigongiari e M. Gregori, Firenze 1986-87.