Lavorò per qualche tempo a Milano, dove fu allievo di Leandro Bisiach, quindi si portò a Parigi. Tornato in patria, terminò la sua breve esistenza in un ospedale psichiatrico[1].
Di lui restano poche opere (prevalentemente violini e viole) ma di buona fattura. Fu apprezzato anche come restauratore[1].
I suoi strumenti hanno all'interno della cassa l'etichetta con la dicitura "Varagnolo Ferruccio Padovano, alunno di Leandro Bisiach, fece in Milano l'anno 19....".
Note
^ab Eric Blot, Un secolo di liuteria italiana: 1860-1960, Vol. 2 - Lombardia e Veneto, Cremona, Turris, 1995, p. 331, ISBN9788879290081.
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