Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Il topo Zygodontomys brevicauda, o topo dalla coda corta, è l'ospite principale del virus Guaranito[4] .
L'infezione si sviluppa prevalentemente per inalazione di goccioline aerosol di saliva, secrezioni respiratorie, urine, sangue dei roditori infetti.[5]
Clinica
La trasmissione interumana è possibile, ma non comune.
I principali sintomi presentati dai pazienti con VHF sono: febbre, malessere generale, cefalea, artralgia e mialgia, mal di testa, bradicardia relativa, mal di gola, vomito, dolore addominale, diarrea, convulsioni, e una varietà di manifestazioni emorragiche; inoltre, in quasi tutti i pazienti ammalati è presente anche leucopenia e trombocitopenia. Il tasso di mortalità in uno studio prodotto nel 1998 è stato del 33,3%.[6]
La febbre emorragica venezuelana può essere trattata con la ribavirina un farmaco antivirale somministrato per via endovenosa;[10] non esistono vaccini in grado di prevenire la malattia anche se sono in corso esperienze con vaccini aDNA.[11]
Arma biologica
Il virus Guanarito è stato incluso dal CDC tra gli agenti virali che sono stati classificati come potenziale arma di distruzione di massa o agenti per il terrorismo biologico.[12] Sono in corso ricerche per lo sviluppo di vaccini a DNA di biodifesa contro diversi agenti patogeni rilevanti causa di febbre emorragica.[7]
In data 27 marzo 2013 si è diffusa la notizia di cronaca che una provetta con il virus Guaranito è scomparsa dal laboratorio di Galveston National Laboratory dell'University of Texas Medical Branch a Galveston, Texas, USA; Laboratorio di Alta Sicurezza di livello BSL-4 (BioSafety Level 4) o laboratorio P4.[8][13] Sembra esclusa la possibilità che si tratti di un evento criminale, quanto piuttosto di un banale episodio di smarrimento.[14][15]
^Arenaviruses, su CDC Special Pathogens Branch. URL consultato il 28 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2013).
^ R. Salas, N. de Manzione; RB. Tesh; R. Rico-Hesse; RE. Shope; A. Betancourt; O. Godoy; R. Bruzual; ME. Pacheco; B. Ramos, Venezuelan haemorrhagic fever., in Lancet, vol. 338, n. 8774, ottobre 1991, pp. 1033-6, PMID1681354.
NY. Uzcategui, D. Camacho; G. Comach; R. Cuello de Uzcategui; EC. Holmes; EA. Gould, Molecular epidemiology of dengue type 2 virus in Venezuela: evidence for in situ virus evolution and recombination., in J Gen Virol, vol. 82, Pt 12, dicembre 2001, pp. 2945-53, PMID11714970.
CF. Fulhorst, MD. Bowen; RA. Salas; G. Duno; A. Utrera; TG. Ksiazek; NM. De Manzione; E. De Miller; C. Vasquez; CJ. Peters; RB. Tesh, Natural rodent host associations of Guanarito and pirital viruses (Family Arenaviridae) in central Venezuela., in Am J Trop Med Hyg, vol. 61, n. 2, agosto 1999, pp. 325-30, PMID10463688.
SC. Weaver, Host range, amplification and arboviral disease emergence., in Arch Virol Suppl, n. 19, 2005, pp. 33-44, PMID16358422.
M. Rosenbloom, JB. Leikin; SN. Vogel; ZA. Chaudry, Biological and chemical agents: a brief synopsis., in Am J Ther, vol. 9, n. 1, pp. 5-14, PMID11782813.
IM. Parsonson, AJ. Della-Porta; WA. Snowdon, Developmental disorders of the fetus in some arthropod-borne virus infections., in Am J Trop Med Hyg, vol. 30, n. 3, maggio 1981, pp. 660-73, PMID6266262.
KE. Steele, DA. Alves; JL. Chapman, Challenges in biodefense research and the role of US Army veterinary pathologists., in US Army Med Dep J, pp. 28-37, PMID20088227.