Progettato per soddisfare prima una richiesta della Royal Navy e poi modificato e proposto alla Royal Air Force, non avendo ottenuto alcuna commissione il suo sviluppo venne interrotto dopo la costruzione di soli tre esemplari.
Per soddisfare la richiesta, la Fairey Aviation incaricò il proprio ufficio tecnico di disegnare un nuovo modello adatto allo scopo. Il nuovo velivolo, identificato dall'azienda come Ferret, presentava un'impostazione convenzionale, monomotore in configurazione traente, fusoliera a tre abitacoli aperti e separati, velaturabiplana e carrello d'atterraggio fisso; il nuovo modello era inoltre caratterizzato dalla costruzione interamente metallica, primo progetto dell'azienda britannica ad utilizzare tale tecnologia[1].
Il Ferret Mk I N190 venne sottoposto a prove comparative con i concorrenti Hawker Hedgehog e Blackburn Airedale risultando possedere le migliori prestazioni complessive tra i tre, tuttavia le stesse non si rivelarono scostarsi significativamente da quelle degli Avro Bison e Blackburn Blackburn, modelli già in servizio in quel momento nella Fleet Air Arm, così la Royal Navy decise, nel 1926 di annullare la precedente specifica emettendone una più esigente, la 22/26,[3] che i tre modelli già testati non erano in grado di soddisfare.
Per cercare di recuperare i costi di sviluppo la Fairey decise quindi di modificare il progetto originale per rispondere alla specifica 26/27 relativa ad un nuovo modello biplano multiruolo destinato alla Royal Air Force in sostituzione dell'oramai sorpassato de Havilland DH.9A.[1][3] La terza cellula, N192 ed indicata come Ferret Mk III, equipaggiata come l'Mk II con il radiale Jupiter e con l'ala maggiorata, era caratterizzata da una fusoliera a due e non più tre abitacoli, con il secondo che integrava uno speciale supporto progettato dalla stessa Fairey per l'arma brandeggiabile e che poteva, quando non era utilizzato, venir ricoperto da una carenatura.[4]
prototipo, versione triposto equipaggiata con un motore radiale Armstrong Siddeley Jaguar IV da 400 hp (298 kW) proposta alla Royal Navy, un esemplare realizzato.[1]
Ferret Mk II
prototipo, versione triposto equipaggiata con un motore radiale Bristol Jupiter da 425 hp (317 kW) proposta alla Royal Navy, un esemplare realizzato.[1]
Ferret Mk III
prototipo, versione biposto equipaggiata con un radiale Bristol Jupiter da 425 hp (317 kW) proposta alla RAF, un esemplare realizzato.