Allievo prediletto[2] di Michelangelo Schipa, Pontieri fu professore di storia medievale e moderna presso l'Università Federico II di Napoli. Oltre che come fine storico[3], è ricordato anche per l'impegno profuso nei nove anni in cui fu Rettore dell'ateneo federiciano: dal 1950 al 1959 «realizzò uno dei più importanti e incisivi programmi nella storia moderna dell'ateneo napoletano»[1] incidendo sull'adeguamento edilizio e strutturale e rendendosi protagonista della rivitalizzazione anche morale dell'università federiciana[4], attraverso investimenti che incisero profondamente sull'edilizia e sulle dotazioni strumentali, facendo leva sulla rivitalizzazione morale della struttura[4]. Egli ricercò e promosse la collaborazione della popolazione studentesca, a cui egli riconosceva una acuita sensibilità nei confronti del «travaglio economico-sociale» derivante dalla mutata estrazione sociale, non più esclusivamente «medio e alto borghese», e dalla provenienza geografica fattasi più dispersa, tanto da toccare ormai, ampiamente, tutte le province del meridione d'Italia.[5]
Tra i suoi allievi vi fu Giuseppe Galasso, che gli succedette nella cattedra all'Università di Napoli[7] e che, all’indomani della sua morte, avvenuta a Roma nel 1980, in un discorso commemorativo, così volle evidenziare la sua peculiarità: “Cresciuto in una prospettiva culturale ancora dominata dal pragmatismo e dall’erudizione delle scuole positivistiche, egli ne trasse una schietta adesione al concetto che la storia sia ricerca della verità, indagine scrupolosa per accertare i detti, i fatti, la mente degli uomini del passato; e sentì sempre con grande immediatezza il legame del presente col passato, la pietas storica che spinge a ravvisare nella tradizione e nelle loro vicende un momento insopprimibile della verità, al di sopra di tutto quanto è più contingente”[8].
Gli anni del rettorato a Napoli (1950-1959) e L'Aquila (1967-1972)
Oltre che per le doti di studioso, viene ricordato per le capacità organizzative messe in campo nel periodo del rettorato, quando, nei tre mandati succedutisi consecutivamente dal 1950 al 1959, «realizzò uno dei più importanti e incisivi programmi nella storia moderna dell'ateneo napoletano»[1] promuovendo la costruzione di nuove strutture edilizie e la ristrutturazione delle preesistenti, con ammodernamento di attrezzature, laboratori e biblioteche, perseguendo la «rivitalizzazione delle condizioni morali ed economiche»[5] ricercando la «attiva e fattiva collaborazione degli studenti»[5].
Come storico, il suo campo di elezione fu la storia medievale e moderna, con particolare attenzione al sorgere e al susseguirsi delle potenze normanne e sveve, alla dominazione aragonese, alla congiura dei baroni, ai conflitti e ai movimenti di religione, all'epoca della Riforma protestante e della Controriforma, con significative attenzioni al Settecento e all'Ottocento borbonico pre-risorgimentale, alle gesta rivoluzionarie del 1799, fino ai significativi contributi spazianti dalle vicende risorgimentali e post-risorgimentali, all'età contemporanea.[2]
Il volume del 1948, Tra i Normanni nell'Italia meridionale, riedito nel 1964 dopo che la prima edizione andò subito esaurita[9], stimolò l'interesse per la storia del meridione d'Italia prima e durante la dominazione normanna, un filone trascurato su cui iniziò a convergere l'interesse della storiografia europea[9].
Un esempio della sua vocazione di storico e della grande padronanza delle fonti è il saggio aggiunto alla seconda edizione del 1964 La madre di re Ruggero: Adelaide del Vasto contessa di Sicilia, regina di Gerusalemme (?-1118)[10] in cui la «finezza d'interpretazione psicologica»[11] dello storico, rafforzata da «scrupolosa erudizione e grande sagacia ermeneutica»[11], fa emergere, in maniera «eccellentemente provata»[11], la statura di donna di stato della reggente Adelaide.[11]
In Ernesto Pontieri, anche gli elementi storici più disparati, e perfino i dati più aridi e settoriali, si compongono sempre attorno a «grossi nessi problematici»[12], in una «sintesi vigorosa e illuminante»[12] com'è il caso, ad esempio, del volume La Calabria a metà del secolo XV e le rivolte di Antonio Centelles, definito dal Saitta un «vero gioiello unitario»[12].
Nel 1976 la Fondazione Adone Zoli gli ha consegnato la Targa Coerenza per l'impegno di una vita per la cultura.
Fondo Pontieri
All'inizio degli anni settanta, Pontieri fece dono personale del suo patrimonio librario alla Biblioteca nazionale di Napoli: si tratta di un fondo bibliografico composto da «più di diecimila volumi, un considerevole quantitativo di opuscoli, decine di annate delle più importanti riviste storiche italiane, monografie italiane e straniere, numerosi estratti di saggi, codici diplomatici, carteggi, testi antichi, studi di storia locale e un consistente numero di lavori che costituiscono una vera e propria antologia di fonti d'archivio, molte delle quali straniere»[2][18].
Opere
I "flagellati" di Nocera Terinese, in Rivista Critica di Cultura Calabrese, I, 2 (1921)
I primordî della feudalità calabrese, Milano, Albrighi & Segati, 1922
La Calabria a metà del secolo XV e le rivolte di Antonio Centelles, F. Fiorentino, Napoli, 1963
Tra i Normanni nell'Italia meridionale, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1964 (2ª edizione; 1ª edizione: Morano, 1948)
(curatore) La congiura de' baroni del Regno di Napoli contra il re Ferdinando primo, e gli altri scritti di Camillo Porzio, Edizioni scientifiche italiane, 1964
I movimenti religiosi del secolo XVI e l'Italia, Napoli, 1965
Nei tempi grigi della storia d'Italia. Saggi storici sul periodo del predominio straniero in Italia, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1966 (3ª edizione)
Gli ultimi aneliti della indipendenza politica italiana: 1530-1559, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1966
Sopravvivenze pseudo-ascetiche medievali: i «battenti» di Nocera Terinese, Palermo, 1967
(con Anthony Blunt, Michele Fuiano, Pasquale Guida), Il restauro della chiesa e l'isolamento del campanile del complesso monumentale di S. Maria Maggiore alla Pietrasanta in Napoli: evoluzioni, involuzioni ed iscrizioni del tempio, Giannini, 1969
Mezzogiorno medioevale e moderno in una prospettiva storica, 1972
Nelle pieghe della guerra sanfedista in Calabria negli anni 1806-1811, Napoli, 1973
(con Pinella Sciuti Campanella), Breve storia dell'arte napoletana, Società editrice napoletana, 1974
Alfonso il Magnanimo re di Napoli. 1435-1458, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1975
Baia nel Medioevo, Roma, 1977
La politica mediceo-fiorentina nella congiura dei baroni napoletani contro Ferrante d'Aragona, 1485-1492. Documenti inediti, Napoli, 1977
Carteggi diplomatici fra Milano sforzesca e la Francia, vol. I (18 agosto 1450 - 26 dicembre 1456), Roma, Istituto Storico Italiano per l'età moderna e contemporanea, 1978
Il comune dell'Aquila nel declino del Medioevo, Japadre, L'Aquila, 1978
Storia Universale, diretta da Ernesto Pontieri, 20 volumi, Vallardi, Milano, 1959-1970
"Luigi XIV e la preponderanza francese in Europa (1661-1715)", 1969
"Le lotte per il predominio europeo tra la Francia e la potenza ispano-asburgica (1494-1599)", 1970
"L'America Latina dalla fondazione degli imperi coloniali spagnolo e portoghese all'epoca presente", 1975
Storia di Napoli, 10 volumi, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1971-1978
Opere disponibili online
Alcune sue opere sono disponibili in edizione integrale online, liberamente scaricabili, con il consenso degli aventi diritto, sulla pagina Biblioteca. della rivista Mediterranea. Ricerche storiche, ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online).
^Senatore Giovanna, Ernesto Pontieri: il rigore metodologico di uno storico, Roma: Drengo, Rivista di Storia e Cultura del Mediterraneo: 1, 2, 2012, p. 57.
^Inizialmente pubblicato in Atti del Convegno Internazionale di Studi Ruggeriani. VIII centenario della morte di Ruggero (Palermo, 21-25 aprile 1954), vol. II, Società Siciliana di Storia Patria, Boccone del Povero, Palermo, 1955, pp. 327-432.
^abMarta Herling, "L'Istituto dal 1946 al 1995" (PDF) (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013)., nota 55, in Marta Herling (a cura di), L'istituto Italiano per gli Studi Storici nei suoi primi cinquant'anni. 1946-1996.
^abcGiovanni Pugliese Carratelli, "I primi vent'anni" (PDF) (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013)., in Marta Herling (a cura di), L'istituto Italiano per gli Studi Storici nei suoi primi cinquant'anni. 1946-1996.