Continua l'antico nome germanicoErminigild o Hermingild di tradizione visigotica, composto da due elementi: il primo è ermen, un epiteto del dio del cielo germanico Tiwaz, che significa "grande", "potente", "completo", "universale" (presente anche nei nomi Arminio, Ermengarda, Ermentrude ed Ermelinda); il secondo è gild, che vuol dire "che vale", "che ha consistenza" o "restituire", ma anche "valoroso", "valente"[1][2][4][5][9]. Alcune fonti propongono, come senso complessivo del nome, "completo sacrificio" o "sacrificio divino"[1][2], tuttavia questa interpretazione presente diverse difficoltà, ed è invece più probabile che sia "valoroso e potente"[1].
Il nome venne portato da Ermenegildo, principe dei Visigoti, fatto uccidere dal suo stesso padre Leovigildo per aver rifiutato l'arianesimo, e venerato quindi come santo e martire dalle Chiese cristiane[1][2][3][4][9]. Il suo culto, seppure scarso, può aver contribuito alla diffusione del nome in Italia, dove è attestato con maggior frequenza al Nord e minore al Sud[4] (nonché spesso abbreviato in "Gildo" per via del suono pesante e austero[1][4]).