Questo marmo fu commissionato dall'industriale Alfred Mosselman come omaggio alla sua amante Apollonie Sabatier, che aveva conosciuto quando lei aveva 16 anni. La scultura fu soggetta a un doppio scandalo artistico quando fu presentata al Salone di Parigi del 1847, dove, assieme al dipinto storico I romani della decadenza di Thomas Couture, fu l'opera più commentata del Salone.[4]
Da un lato, l'immagine suggestiva di una donna nuda sdraiata che si ritorce dopo essere stata morsa da un serpente simbolico, attorcigliatosi intorno al polso, scioccò i contemporanei.[4] In effetti, sembrava la raffigurazione di una donna in pieno piacere orgasmico.[5] Per la Revue des deux mondes, era proprio così:
(FR)
«Le titre et le serpent sont des concessions faites au jury! De qui se moque-t-on! Cette femme ne souffre pas, elle jouit!»
(IT)
«Il titolo e il serpente sono delle concessioni fatte alla giuria! Chi vogliamo prendere in giro! Questa donna non soffre, ma gioisce!»
Dall'altro lato, l'opera di Clésinger fu scolpita a partire da uno stampo dal vero della mondana Apollonie Sabatier (1822-1890), amante di Mosselman, poi per un certo periodo quella di Charles Baudelaire, del quale fu la musa. L'utilizzo di uno stampo direttamente dal corpo della modella (che risparmiava tempo e consentiva il realismo, come testimonia la riproduzione della cellulite nei muscoli) per una scultura fu una questione molto discussa nel diciannovesimo secolo.[6] Un amico di Clésinger, Théophile Gautier, orchestrò lo scandalo sociale, che gli valse un grande successo.[4]
Clésinger realizzò, alla fine del 1847, una variante intitolata Baccante sdraiata, leggermente più grande e con lo scopo di rispondere ai suoi detrattori sulla sua maestria tecnica, che espose al Salone del 1848. Oggi si trova nella quarta sala del museo del Petit Palais.[7] Un critico d'arte vicino alla romanziera Madama Sabatier, Théophile Gautier, disse che "è il puro delirio orgiastico, la menade spettinata che ruota ai piedi di Bacco, il padre della libertà e della gioia (...) Uno spasmo possente di felicità solleva per la sua contrazione il petto opulento della giovane donna, e fa spuntare i seni lucenti", concludendo il suo articolo definendolo "uno dei più bei pezzi della scultura moderna".
Descrizione
«Questa figura eccitò un grandissimo entusiasmo tra i materialisti, e Giorgio Sand (Madama Dudevant) concepì una tale ammirazione per Clésinger che gli concesse una sua figlia in isposa.»
(Lo Spettatore - Rassegna letteraria, artística, scientifica e industriale · Volume 2, 1856[8])
La scultura ritrae una donna nuda (solo un drappo avvolge una delle cosce), sdraiata al suolo, mentre si contorce dopo essere stata morsa da un serpente, che si è attorcigliato attorno al polso come se fosse un braccialetto. Intorno a lei sono presenti molti fiori e petali su una roccia. Il volto della donna non è idealizzato, anzi, è molto realistico.[2] Il pittore Ferdinand Victor Eugène Delacroix definì l'opera un "dagherrotipo scolpito".[6]
Omaggi
Il pittore statunitense Kehinde Wiley si ispirò a quest'opera per il suo quadro omonimo del 2008 (il cui titolo in inglese è Woman bitten by a serpent), dove rimpiazzò la donna con un giovane afroamericano vestito.[9]