La grandezza che caratterizza principalmente un dipolo magnetico è il momento magnetico, che quantifica la tendenza del dipolo ad orientarsi in una data direzione in presenza di un campo magnetico esterno.
Si tratta di un modello equivalente a due cariche magnetiche opposte rigidamente connesse, in analogia con il dipolo elettrico. Si realizza diminuendo le dimensioni di una spira percorsa da corrente elettrica, mantenendone costante il momento magnetico e prendendo il limite in cui l'area della spira è nulla. Il dipolo magnetico costituisce il caso più semplice di un 2p-polo, in cui 2p è il numero di coppie polari, che per la legge di Gauss magnetica è un numero intero.
Si tratta di un'utile schematizzazione dell'influsso di un campo magnetico su spire molto piccole percorse da corrente, ed è perciò usato nell'ambito della fenomenologia del magnetismo nella materia attraverso modelli atomici classici (come quelli di Rutherford e Bohr), tramite l'introduzione di correnti atomiche dovute al moto degli elettroni e a correnti di Larmor causate dalla precessione dell'orbita di questi.
Prima del 1930 nei testi si definiva il momento magnetico utilizzando il concetto di "polo magnetico", in analogia con l'elettrostatica. Successivamente si è preferito considerare una spira percorsa da corrente elettrica: nel limite in cui le sue dimensioni diminuiscono mantenendo costante il prodotto tra corrente ed area si ottiene il modello per il dipolo magnetico.
Nel primo modello si può pensare ad un magnete come due poli magnetici di "carica magnetica" aventi polarità opposta e separati da una certa distanza . Il momento magnetico che si genera è direttamente proporzionale alla carica e alla distanza che separa le cariche.
Il verso della sua direzione punta inoltre dal polo sud al polo nord.
Nel secondo modello, che utilizza una spira di area percorsa da corrente , si definisce il momento magnetico come il prodotto tra area e corrente nel seguente modo:
In fisica classica il campo magnetico generato da un dipolo è calcolato considerando una spira percorsa da corrente elettrica. Nel limite in cui le sue dimensioni diminuiscono mantenendo costante il prodotto tra corrente ed area si ottiene il modello per il dipolo magnetico. Il potenziale vettore magnetico della spira è dato dall'espressione:
In modo equivalente si può considerare come modello di dipolo due cariche magnetiche opposte nel limite in cui la loro distanza e la loro carica diminuiscono in modo tale da mantenere il loro prodotto costante, in analogia con il dipolo elettrico. Si ottiene in questo modo il potenziale scalare magnetico:
,
da cui si ha che l'intensità di è:
.
Tale campo è simmetrico rispetto alle rotazioni intorno all'asse del momento magnetico.
Campo interno
Il campo generato da un dipolo è modellizzabile con una spira percorsa da corrente soltanto all'esterno della regione di spazio occupata dalla sorgente. Supponendo di diminuire l'estensione spaziale della spira, il campo limite è:
dove , e l'espressione è valida all'interno del dipolo.
Se si considera il modello di dipolo che utilizza due cariche, il campo limite è:
I campi così ottenuti sono legati dalla relazione: